Fegato protetto con 3-4 tazzine di caffè al giorno. Nello studio pubblicato su BMC Public Health si legge anche che si corre meno il rischio, nel caso si beva caffè, di contrarre malattie epatiche croniche. Non solo, come evidenziato da altri studi il consumo regolare di caffè (se consumato da solo) aiuta a prevenire il cancro, la sclerosi multipla e alcuni tumori della pelle. La Fondazione Veronesi sostiene che “ricco di antiossidanti, oltre che in grado di stimolare il sistema nervoso centrale… diversi studi hanno messo in risalto anche l’ipotesi che la caffeina protegga dall’insorgenza della malattia di Parkinson”.
E sul rapporto tra caffeina e cuore: “Nel breve termine, la sostanza psicoattiva può far aumentare i livelli della pressione sanguigna. Mantenendo i consumi regolari, però, nel tempo l’organismo sviluppa una forma di tolleranza che pone i consumatori più assidui al riparo dal rischio di sviluppare l’ipertensione a causa del caffè. A smorzare l’effetto sulla pressione sanguigna, anche tra coloro che partono già ipertesi, potrebbe essere l’acido clorogenico contenuto nella bevanda. Ragion per cui non ci sono evidenze per caldeggiare il divieto di bere caffè se si tende ad avere la pressione alta. Quanto alle ricadute sui valori di colesterolo, i più sfavoriti sono i consumatori di caffè non filtrato. Per questo, sulla base delle prove disponibili, il messaggio che emerge è il seguente: limitando il consumo di caffè non filtrato e rispettando le quantità indicate per le altre varianti, si possono tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue”.