L’incredibile caso di Pablo Campos Castillo potrebbe essere spunto per un racconto dell’assurdo. Una storia che sembra irreale, ma al giovane sevilano è successo di tutto, da quel giorno piovoso di dicembre di tre anni fa, quando in compagnia della sua fidanzata e diretto a Tessalonica fece salire nella sua auto una famiglia palestinese. Un gesto di bontà che gli è valsa l’accusa, per le leggi greche, di traffico di persone.
Pablo, che ora già non vive in Grecia, espulso dal Paese, sarà giudicato solo nell’ottobre del prossimo anno. Rischia una pena fuori dal comune: quaranta anni, dieci per ogni membro della famiglia salvata dal temporale di quella notte. Castillo lavorava in un campo di rifugiati e non ha avuto esistazioni a dare un passaggio a quella povera gente.
Dopo essere stato arrestato e sottoposto a misure di prevenzione eccessive, oltre a essere tacciato di mafioso, lo mandarono in un centro di internamento, in cui ha vissuto, come si può immaginare, un mese di inferno. A poco è valsa la solidarietà espressa da tutte le parti a questo buon giovane. Espulso dal Paese, Pablo potrà avere giustizia, se mai ci sarà, solo fra un anno.