La pizza in bustina di Braschi, scontro tra innovatori e tradizionalisti

Valerio Braschi vinse anni fa l’edizione italiana di Materchef. Già dai suoi anni televisivi si intuiva come il giovane cuoco cercasse fortemente l’innovazione, quella che propone ai suoi clienti nel ristorante romano che ha aperto, il “1978”. Dopo la lasagna in tubetto e la carbonara liquida, ha fatto scalpore la sua proposta della pizza in bustina (così come si vede nella foto, è una marinara). “Vorrei che la provasse Cracco” ha dichiarato Valerio, chiedendo sostanzialmente al grande chef di sdoganare le sue invenzioni culinarie.

Ma sui social sembra che abbiano reagito piuttosto male: in Italia tutto si può fare e disfare, ma mai toccare i mostri sacri come può esserlo la pizza! Dai più simpatici, come il commento di uno che suggeriva al cuoco di non portarsela in tasca in auto, specie se si viene fermati per un controllo (l’origano potrebbe sembrare marijuana), ai più duri, per cui la tradizione non si tocca. Quella di Valerio è una provocazione, che la si prenda bene o male e vale la pena di essere commentata, perchè mangiare in fondo è un piacere (pur non sapendo, in questo caso, se lo sia) e non un atto di sacralità o di fede.

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