Otto serbatoi di petrolio colpiti per mettere paura alla Russia. Le forze ucraine, in questi giorni al contrattacco in gran parte del Paese (le truppe russe si sono ritirate per prepararsi a nuove azioni, specie nel Donbass e nel sud del Paese), hanno attaccato nella regione di Belgorod, in territorio russo. Non era mai successo, ma dà la dimensione di come siano cambiati gli equilibri in campo. Anche se gli analisti continuano a pensare che i russi si stiano riorganizzando per poi riprovare con la conquista di Kiev. Sarà difficile, ma questa guerra che langue ormai da oltre un mese senza vincitori nè vinti rischia di trasformarsi in un conflitto permanente, almeno finchè i negoziati comincino ad essere seri. E finora sono stati solo una tattica di Mosca per prendere tempo.
Il segretario della Difesa britannico, Ben Wallace, ha commentato lo stato delle cose in questa maniera: “Il presidente Putin non è più quella forza che era. Ora è un uomo in gabbia, nella gabbia che si è costruito da solo. Il suo esercito è allo stremo, ha avuto perdite significative”. Secondo Wallace la “reputazione” dell’esercito russo “è stata distrutta” e lo stesso Paese “è ora molto più piccolo” dopo l’invasione all’Ucraina. E’ quello che pensano in molti. Da parte sua il presidente ucraino Zelensky ha reso noto di aver licenziato due alti funzionari della sicurezza perchè “traditori”: “Non ho tempo di occuparmi di tutti i traditori, ma un po’ alla volta saranno tutti puniti”.
Sono ancora centomila le persone intrappolate a Mariupol, dove i corridoi umanitari non funzionano come dovrebbero. Non hanno cibo nè acqua e neanche assistenza medica. Un viceministro ucraino, Oleksii Iaremenko, ha affermato che sono 36 ore che non riescono a consegnare le medicine. Stessa situazione drammatica a Melitopol, nel sud dell’Ucraina, dove i 70mila rimasti sono bloccati dai russi quando provano a lasciare la città assediata.