Kiev vuole giocarsi le sue carte nelle battaglie in Donbass per avere “una posizione negoziale molto più forte, con la quale potrà dettare alcune condizioni” come ha detto il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak. Il tavolo delle trattative (magari con la presenza del presidente ucraino, che oggi ha ricevuto nella capitale il premier inglese, Boris Johnson, e di Putin) a cui aspira tutto il mondo, presidente russo compreso dopo la ritirata strategica dei giorni scorsi, potrebbe coincidere con quella fatidica data indicata da Putin come fine della guerra, il 9 maggio.
Ognuno vuole portare a casa risultati in questo conflitto che non ha una direzione ma solo massacri: dopo gli orrori di Bucha, un’altra città è vittima delle atrocità russe. A Buzova, a pochi chilometri da Kiev, già 50 i corpi recuperati e 60 persone non rispondono all’appello. Gli uomini di Putin, ritirandosi, lasciano il segno di crimini di guerra come il bombardamento di Kramatorsk che ha ucciso più di 50 civili. Il procuratore generale ucraino, Irina Venediktova, ha detto che “sono crimini contro l’umanità e faremo di tutto per perseguirli”. Raso al suolo l’aeroporto di Dnipro. Da Chernobyl i russi hanno portato via sostanze radioattive.
Kiev, che era preparata all’attacco russo, sembra rivivere. Da quando è iniziata la guerra sono nati oltre mille bambini e si sono sposate 1500 coppie, trecento solo nell’ultima settimana, anche se la vita normale forse non ritornerà più. E’ quello che pensa la Nato che sta pianificando una propria presenza militare permanente ai confini dei suoi territori per contrastare una potenziale aggressione russa. Ci si prepara insomma a una guerra infinita, com’è nella natura delle cose dopo che Putin ha deciso l’attacco fisico all’Ucraina e strategico all’Europa.