Il capolavoro di Giovanni Pagliari


Siamo sicuri che stanotte, a promozione acquisita, Giovanni Pagliari abbia dedicato uno dei suoi capolavori sportivi al Maestro suo e di tutti, l’indimenticabile Tonino Seri, l’uomo che ha allenato ed educato intere generazioni di giovani calciatori. Giovanni si è andato a riprendere una parte di quanto avrebbe meritato. Ha fatto bene ovunque, da L’Aquila a Macerata a Foligno (solo per citare le promozioni), e ieri ha portato la Recanatese, per la prima volta nella sua storia, in C.

Quanto tempo è passato da quel giorno in cui, era l’82 e lui un giovane talento di 22 anni, affossò, vestito da Grifone, il Milan con una doppietta, un gol di classe, uno di astuzia. A Perugia lo adorano, i tifosi stravedevano per la sua velocità e la sua abilità nei dribbling nel breve spazio. Imprendibile. Anzi, immarcabili: lui e Moreno Morbiducci, i gemelli del gol venuti da Macerata per divertire una città calcisticamente esigente come Perugia.

Con la Recatenese “Giovannino” ha stravinto. Una cavalcata trionfale fatta di numeri: promossa con tre giornate d’anticipo, miglior attacco e miglior difesa, il titolo in mano già dal 6 marzo quando a Roma stordirono il Trastevere, l’avversario diretto più temibile, con un sonoro tre a zero. Una squadra che gioca al calcio bene, che fa innamorare il pubblico, proprio come piace a Giovanni.

Nel capoluogo umbro ha pure allenato (non era il periodo giusto, il presidente dei Grifoni, Covarelli, era di passaggio) sostituendo in panchina Maurizio Sarri che oggi fa le fortune della Lazio dopo aver vinto lo scudetto con la Juve. Ebbene, siamo testimoni diretti di quel campionato e di quella che può sembrare un’enormità, in tempi di marketing: Pagliari faceva giocare i suoi ragazzi meglio del predecessore.

Al grande calcio si è affacciato da vice di Luigi Di Canio a Udine. Troppo poco. Giovanni e Moreno, perchè di loro insieme si deve parlare, hanno avuto forse meno di quanto si meritassero. Ma il tempo è galantuomo. E la gioia incontenibile di una città, Recanati, ne è la prova. 

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