La Chiesa ungherese è in prima linea per accogliere i profughi ucraini. Grazie a “una bella collaborazione tra le diverse organizzazioni e le autorità statali facciamo tutto quello che è possibile fare”. Sono parole di Monsignor Tamás Tóth, segretario generale della Conferenza episcopale ungherese, che ha sottolineato il lavoro di Caritas Ungheria.
Ricevere 700mila esuli in un Paese di dieci milioni di abitanti non è semplice. La Chiesa e le organizzazioni si fanno carico “dell’alloggio per chi resta per un periodo prolungato in Ungheria, garantendo anche la possibilità ai bambini di accedere alle scuole cattoliche ungheresi, coinvolgendo le istituzioni di istruzione secondaria e le parrocchie, ovviando al problema della lingua grazie ai tanti volontari”.
“Cerchiamo di dare loro un primo aiuto, poi coloro che arrivano in Ungheria sono accolti dalle organizzazioni caritative, tra cui la Caritas”. Quello che definisce “un dovere cristiano”. E’ necessario parlarsi “nella lingua dell’amore, in queste situazioni ci si capisce quasi subito guardando negli occhi degli altri, è così che comincia subito il dialogo, questo è molto importante”. Monsignor Toth ha aggiunto che la solidarietà è fortissima: molti gli aiuti in disponibilità di alloggi e denaro.