“L’Ucraina fa parte dell’Europa. Questa guerra cambierà la storia del nostro continente. Siamo al fianco dell’Ucraina per accompagnarla in questa prospettiva. Abbiamo confermato a Zelensky che già domani la Commissione deciderà il quadro e il prossimo Consiglio europeo prenderà delle decisioni. Tutti e quattro i nostri Paesi sosterranno lo status di candidato dell’Ucraina. Nei prossimi giorni costruiremo l’unanimità dei 27”. Parole del presidente francese Emmanuel Macron ieri da Kiev. Un cambio di prospettiva.
Che ci facevano nella capitale ucraina i “tre uomini in treno” come sono stati ribattezzati (c’erano anche il premier italiano Mario Draghi e quello tedesco Olaf Scholz)? Semplicemente hanno voluto ufficilizzare che i tre Paesi più importanti dell’Unione Europea hanno voluto “cambiare pagina” – specie Macron che aveva evocato in passato la necessità “di non umiliare la Russia” – riportandosi sulle posizioni Ue. Rendendo cioè l’Europa di fronte al conflitto più forte di quanto non sia. L’Europa, non gli Stati Uniti, è bene rimarcarlo.
Sostegno dunque a Kiev fino alla fine del conflitto in campo miliare “anche con missili e artiglieria” e sul tema sono da registrare le reazioni molto forti da parte della Russia che ha capito quanto sia impegnativo e lungo il conflitto nonostante i successi russi di questi giorni. Soprattutto Ucraina nell’Ue, non subito chiaramente, ci vorranno forse dieci anni, ma intanto il procedimento è avviato.