“Ovviamente è un’altra cosa rispetto all’Ungheria di Puskas, ma questa vittoria rimarrà nella Storia, anche perché nelle ultime tre sfide con loro abbiamo anche pareggiato a Wembley”. In un’intervista al Corriere della Sera, Marco Rossi, il ct della formazione magiara, svela parla dello storico successo contro l’Inghilterra che rimarrà nella Storia del football europeo. Anche perchè, era da cento anno che i Leoni inglesi non perdevano in casa con quattro gol di scarto (fu con la Scozia, 5-1).
Rossi parla del “grande orgoglio e euforia” con cui è stata vissuta la vittoria in Ungheria, un Paese che “vive di calcio, ma in larga parte nessuno ha vissuto i fasti che furono”. Quando ha affrontato l’Italia a Cesena “è stato emozionante, ma mi pagano per allenare”. Rossi ha svelato che ha cantato “i due inni, anche se qualcuno ha detto che quello ungherese lo canto solo perché mi pagano. Ma… lo faccio per rispetto del mio Paese d’adozione”.
Sull’Italia: “Penso che la strada del rinnovamento sia stata intrapresa e se vuoi rinnovare devi puntare sui giovani, perché sono loro il futuro”. E sulla sua carriera “diversa” da allenatore che ha dovuto imporsi all’estero mentre in Italia è stato incompreso: “Sono uno che dice ciò che pensa. Ma soprattutto non so coltivare le relazioni, così è difficile che qualcuno ti offra la possibilità di allenare”. Evviva la sincerità. E complimenti, Marco.