(articolo di Maurizio Verdenelli) – Villa Lauri è Macerata. Ad indicare la perfetta unione tra la Città e il sogno in muratura perfettamente realizzato dal conte mecenate Tommaso. E sulla linea d’orizzonte che ha visto in quella fetta di paradiso il nobile Lauri, il presidente della Provincia Luigi Sileoni, Carlo Rambaldi – padre di King Kong ed ET – che accarezzarono il sogno di fare del parco maceratese una dependance di Hollywood ed ora finalmente Istituto Confucio, da quella linea all’Infinito, dicevamo, emergono Leopardi e Padre Matteo Ricci.
Un progetto ambizioso che porta con sè il celebre Colle recanatese e Villa Lauri: un concretissimo sogno di cui il ‘nuovo’ Fai -capodelegazione il professor Giuseppe Rivetti – è portatore. “Il Monte Tabor e’ uno dei 68 Beni Fai, uno dei più importanti, il cui restauro è stato inaugurato nel settembre i tre anni fa da Sergio Mattarella. E’ ovvio che caldeggiamo il progetto non fosse altro perchè voluto fortemente dalla nostra indimenticabile fondatrice Giulia Maria Mozzoni Crespi. La quale ricordava spesso gli anni della sua adolescenza allorchè i genitori la conducevano a Recanati e lei recitava l’Infinito sul Colle sacro alla Poesia mondiale” ha ricordato la presidente regionale del Fai, Alessandra Stipa Alesiani.
Su Macerata: “Non potevamo farne a meno: la città è stata tra le prime a rispondere all’appello della cultura e dell’apertura dei suoi siti e palazzi unici” sottolinea la Stipa Alesiani.
Fai e Villa Lauri: nasce un binomio. Il direttore dell’Istituto Confucio, prof. Giorgio Trentin, apre le porte: “In Italia ce ne sono dodici di questo tipo, tuttavia noi, venendo addirittura prima di quello romano de La Sapienza, siamo stati definiti un modello europeo. E il riferimento a Li Madou è stato davvero assoluto”. “Nel cui nome e in quello di Leopardi ogni progetto è possibile: non a caso il Giovane Favoloso è così tanto tradotto nelle lingue orientali, cui la sua poetica si adatta molto bene” sottolinea Giulia Massetti (‘Fai Giovani’ Macerata e La Sapienza).
Giuseppe Rivetti: “Vogliamo fare squadra… Il capoluogo e il suo territorio assieme! Abbiamo molte idee, coinvolgendo istituzioni qui vicine…”. Come ad esempio l’importante istituto agrario ‘G Garibaldi’. Presente, il n.1 della Provincia e sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, ha assicurato appoggio ed impegno.
Uno di questi progetti futuri – ha suggerito Carlo Cambi, scrittore, giornalista – potrebbe essere il censimento dei mulini storici del territorio. Nella sofferta suggestione e nel tragico scenario della guerra del grano, ha argomentato Cambi. Che insieme con la moglie maceratese Petra Carsetti ha presentato il libro scritto insieme con le: Galatime. Brillante e culturalmente approfondito testo di bon ton sulle storiche tracce di mons. Giovanni Della Casa che nel titolo ne fece omaggio al main sponsor Galeazzo (Galatheus) di Florimonte.
“Sapevate che non è carino salutare con ‘salve’? Perche’ gli si augura la morte, come ci indica la consuetudine dell’antica Roma” ha segnalato Petra.
E sull’affollata platea del Lauri – il Cda dello Sferisterio, la presidente della Fondazione Carima, vicesindaco ed altri amministratori comunali, politici e pure il sen. Magnalbo’ – le stelle d’estate sono state in una notte di mezza estate, a guardare – sponsors Borgo Paglianetto e il Forno di Matteo. Mentre sotto il loggiato che fu del conte mecenate andava pure in scena la musica del coro ‘Francesco Tomassini’ di Serra de’ Conti diretto da Mirco Barani… a caccia (riuscita) di una nota! (foto di copertina autore Tiburzi)