Sisma, tutti i dati della ricostruzione. Accelerazione negli interventi pubblici

(articolo di Maurizio Verdenelli) – A sei anni dal devastante sisma del 24 agosto 2016 che ha colpito quattro regioni e 138 comuni del Centritalia (Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo) la ricostruzione pubblica e privata pare aver messo una marcia in più. Ed attenuato il gap tra quella pubblica, con i maggiori ritardi, e quella privata.

Un quadro che emerge dal rapporto 2022 all’indomani della presentazione da parte del Commissario Straordinario Giovanni Legnini. Al di là dell’enorme lavoro ancora tutto da fare, nel tunnel buio dei tanti problemi così eufemisticamente definiti (i moderni Cavalieri dell’Apocalisse: guerra in Ucraina, pandemia, saturazione del mercato edilizio conseguenza del bonus 110, esplosione dei prezzi) c’è tuttavia una certa incoraggiante fiducia anche e sopratutto per l’apporto dei contributi europei ora alle porte. E dunque si puo’ cominciare ad intravvedere una luce sul doppio binario della ricostruzione pubblica e privata.

(da sinistra) Giovanni Legnini, commissario straordinario alla ricostruzione; Giuseppe Rivetti, docente Unimc; Emanuele Tondi, geologo, docente Unicam, direttore Laboratorio INGV (Istituto nazionale Geologia e Vulcanologia) presso l’Ateneo camerte

Un dato su tutti. Quantificato per la prima volta: incredibile ma vero. I danni complessivamente causati dal devastante evento sismico nel ‘cuore’ d’ Italia (4 regioni coinvolte: Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio) ammontano a 26.5 miliardi di euro. Altro dato che da vicino tocca i marchigiani è relativo ai danni subiti da Camerino (1.2 miliardi) ‘stretta’ fra Amatrice e prima di Norcia in questa speciale nera classifica. La citta’ dei Varano in mezzo tra i due centri simbolo del terremoto, epicentri in diretta tv delle scosse del 24 agosto e del 30 ottovre 2016.

Ma andiamo con ordine. Dopo essersi sbloccata nel 2020 è entrata in una fase matura. Negli ultimi due anni – è emerso nella conferenza stampa di questa mattina – ha fatto registrare un avanzamento con l’apertura di 10 mila cantieri dell’edilizia privata, ed un’accelerazione degli interventi pubblici: con 365 opere terminate ed altre 315 oggi in fase di cantiere.

“Risultati che solo un difficilissimo contesto esterno, segnato dalla pandemia, dall’esplosione dei prezzi, dalla saturazione del mercato edilizio, dalle conseguenze della guerra, ha impedito fossero ancora più consistenti” si legge nel Rapporto 2022, presentato da Giovanni Legnini.

Nel dossier si fa il punto sullo stato di avanzamento della ricostruzione privata, di quella pubblica e della riparazione delle chiese e degli edifici di culto, proponendo per la prima volta anche un quadro completo del danno pari nel complesso a 26,5 miliardi di euro. Amatrice è il comune con i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, seguita da Camerino (1,2) e da Norcia (1,1).

Per la ricostruzione privata si registravano a fine giugno scorso 22.700 richieste di contributo per 7,6 miliardi, delle quali 14.234 approvate con 4,3 miliardi di contributi concessi. Le domande avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici ed il 39% in valore. Negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiate e i contributi triplicati.

I cantieri privati completati sono 7.256: riconsegnate alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziali, il resto a carattere produttivo. I cantieri autorizzati oggi sono circa 7 mila.
Anche gli interventi pubblici – ha dichiarato l’avv. Legnini – registrano passi avanti importanti. La spesa effettiva, grazie alle ordinanze speciali per i comuni più colpiti, è arrivata in luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 del 2021 e i 265 del 2020.

Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri apert (316) è raddoppiato, ed è destinato a crescere -ha sottolineato il Commissario – entro la fine dell’anno sia per l’avanzamento della programmazione (che oggi vede quasi un miliardo di interventi in fase di progettazione e vicini alla cantierizzazione) sia per l’avvio entro dicembre, dei 525 interventi previsti nel ‘cratere sismico’ da NextAppennino, il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016.

Per Legnini non appare irrealistico immaginare che, compatibilmente con le pur difficili condizioni di mercato, si possano vedere all’opera entro sei mesi un migliaio di cantieri pubblici. E possano riprendere ritmo maggiore i cantieri privati  grazie al ritorno di interesse delle imprese e dei tecnici che ora operano in numero insufficiente alla ricostruzione.

Nessuno tuttavia si illude, a cominciare dal Commissario straordinario (un uomo della montagna abruzzese: da Roccamontepiano, Maiella) circa l’enormità del lavoro che resta da fare. Attese altre 28 mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici ed impostarne quasi altri 2 mila nuovi. Le nuove procedure e le semplificazioni introdotte garantiscono oggi un buon funzionamento della macchina della ricostruzione, come riconoscono le istituzioni internazionali garanti della provvista finanziaria alla ricostruzione e la stessa Corte dei Conti.

Un ulteriore passo avanti potrà poi arrivare dal Testo Unico della ricostruzione privata, ad ottobre, e dalla nuova piattaforma telematica per la gestione delle pratiche, che da gennaio sostituirà quella attuale, ormai obsoleta. Oggi, conclude il Rapporto 2022, le risorse garantite da NextAppennino – 1 miliardo e 780 milioni, dei quali 700 sotto forma di incentivi ai nuovi investimenti delle imprese – possono rappresentare un ulteriore volano alla crescita e allo sviluppo dell’Appennino Centrale, oltre la ricostruzione materiale.

Importante è che non sia troppo tardi perchè non vengano abbandonate per sempre le aree più fragili del ‘cratere sismico’: quelle montane e le zone interne sbilanciando un già precario assetto territoriale. Che nelle Marche vede una costa sempre più sovrappopolata e a maggior rischio di criminalità organizzata. (In copertina: Castesantangelo sul Nera, epicentro del movimento tellurico dell’ottobre 2016)

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