La vera influencer della nostra esistenza è la Cultura. Se la Politica lo capisse, non saremmo tormentati dai dubbi che aveva anche uno dei nostri comuni Maestri, Fabrizio De Andrè. “Ma perchè non hanno mai nominato uno scrittore come Ministro della Cultura?” si chiedeva, stupito ma non troppo, il genovese. Risposta ovvia: perchè la Cultura in Italia è una casella da occupare a Roma.
A Civitanova durante l’ultimo Consiglio comunale se n’è discusso e va dato merito all’esponente Pd Mirella Paglialunga di aver sollevato il problema. Quanto costa la Cultura? E’ giusto dare 40mila euro a Vittorio Sgarbi per una serata-spettacolo su Dante? Sottinteso: in tempi di crisi. In un Paese in cui solo lo 0,3% del Pil è destinato alle attività culturali, chi investe sul settore, ovviamente secondo le sue possibilità, è indubbiamante meritevole di sostegno.
Dunque, la questione si sposta sul compenso. Sgarbi vale quella cifra ogni serata? Ovviamente sì, considerata il suo sterminato sapere riconosciuto da tutti, il sold-out ai botteghini per la sua fama anche televisiva, la qualità delle sue lectio magistralis. Ma è morale di questi tempi?
Siamo contrari al “price cup”, al tetto sui prezzi. Se ci va bene sul petrolio, non è sull’Arte che dobbiamo stare a sindacare le migliaia di euro in più o in meno. Peraltro quelle di Sgarbi sono lezioni-show che possono far avvicinare alla Cultura molta gente.
Il Vittorio nazionale potrà senz’altro essere divisivo – ogni cosa in Italia sembra essere valutata in termini di quozienti politici – ma sulla sua Cultura possiamo argomentare poco. E’ un top oltre ad avere una qualità importantissima in questa epoca: crea interesse mediatico ovunque vada.
A proposito di influencer (no, non parliamo di Cultura), uno di quelli più quotati è Gianluca Vacchi che ormai tutti conoscono. Vacchi costerebbe ai cittadini un po’ di più (a serata sono 50mila euro), ma in compenso ci farebbe anche ascoltare qualche canzone in qualità di dj, raccontarci dei dissidi con le sue colf e informarci su come sta andando la sua catena di kebab appena aperta.