Alcuni storici sostengono che lo “ius primae noctis” non sia mai esistito, anzi si tratterebbe di un mito che si è propagato nel tempo, una bugia politica per screditare i signori feudali. Insomma, è difficile stabilire se durante il Medioevo i contadini dovessero veramente cedere ai signorotti in questione la propria moglie nella prima notte di nozze.
Lo “ius primae noctis”, dopo lungo oblio, è “rinato” nelle aule del Consiglio Comunale. L’espressione usata dell’assessore all’Urbanistica, Roberta Belletti, ha sollevato più di una “contradictio”. La Belletti l’ha citata per sostenere che c’è anche uno “ius” della maggioranza di discutere “primus inter pares” il progetto Porto, per poi compartirlo e approfondirlo con opposizione e cittadinanza.
Una cosa piuttosto ovvia. Putroppo, per citare Seneca, “non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus”, non è vero che abbiamo poco tempo, la verità è che ne perdiamo molto! Cui prodest? A chi giova una polemica su un argomento già noto e dibattuto?
Ma andiamo al punto. Nelle critiche alla Belletti c’è qualcosa di più sgradevole: l’assessore in quanto donna non doveva, a giudizio di alcuni, fare riferimento a quello “ius” antico perchè quel diritto rappresenterebbe una violenza contro le donne (se realmente esistito). Va bene il politically correct, ma questo è francamente troppo. Vedere mostri ovunque era già intollerabile nel Medioevo e lo è a maggior ragione a Civitanova nel MMXXII.