In difesa dell’assessore Giuseppe Cognigni, a cui è stato contestato il reato di “rivelazione di segreti d’ufficio” nella vicenda dello chalet Calamaretto, è giunta la dichiarazione del sindaco Fabrizio Ciarapica. Come si ricorderà, Cognigni avrebbe “avvertito”, secondo l’accusa, di togliere l’immodizia dallo chalet perchè ci sarebbero stati controlli.
“Essendo stato sollecitato da una parte dei consiglieri di minoranza del nostro Consiglio Comunale respingo con fermezza la richiesta di sospensione del collega di giunta. Nel farlo stigmatizzo l’ipocrisia giustizialista degli autori, i quali, nel mentre professano osservanza al principio di presunzione d’innocenza, chiedono l’adozione di misure cautelari (la sospensione) che neanche la stessa Autorità Giudiziaria ha richiesto. Una nuova, palese dimostrazione della spregiudicata distorsione politica di cui sono capaci i nostri oppositori, doppiopesisti del garantismo” ha osservato il primo cittadino.
L’opposizione aveva chiesto il ritiro delle deleghe: “Ciò darà modo all’assessore di far valere le sue ragioni senza condizionamenti e alla città di avere un assessore nel pieno delle sue funzioni, su tematica delicate come ambiente e sicurezza”. Nell’inchiesta sono stati denunciati per appropriazione indebita due amministratori dello chalet (avrebbero utilizzato dei fondi per spese personali, oltre, nel caso di uno, sottoscrivere una polizza vita dal valore di 280mila euro) e indagati a vario titolo quattro funzionari pubblici.