La triste vicenda del Ponte Morandi. I famigliari delle vittime protestano per il possibile rientro di Benetton in Autostrade

Di tutto si parla in queste ore tranne che del rinnovamento delle infrastrutture. Tutto sembra essersi fermato alle 11,36 di quel 14 agosto di quattro anni fa quando il ponte genovese si sbriciolò. La vicenda Morandi, per dirla tutta, continua a sorprendere: è di questi giorni la notizia di un possibile rientro dei Benetton in Autostrade. “Un incubo” secondo la presidente del Comitato ricordo vittime di Ponte Morandi, Egle Possetti. 

“Ne abbiamo già passate tante e pensiamo di averne avuto francamente abbastanza. Abbiamo sopportato nostro malgrado, oltre a tutto il resto, anche la cessione di Aspi con remunerazione stellare agli azionisti precedenti, nella cui compagine comparivano ovviamente i Benetton, che hanno ricevuto compensi inauditi per cedere le quote azionarie che avrebbero dovuto essere considerate carta straccia”. Possetti invoca l’azione, un “intervento equo e approfondito” dei giudici, nello specifico la Procura di Roma che ha in mano alcuni esposti. 

“Qualche mente superiore penserebbe di fare un bell’aumento di capitale per dare utili ai fondi e di far rientrare dalla finestra la famiglia Benetton. Queste sono notizie che ci fanno saltare sulla sedia e rivoltare lo stomaco”. E fa notare che “i nuovi azionisti di Aspi con Cdp, i fondi Macquarie e Blackstone, vogliano già avere qualche utile prima di investire nel famigerato lavoro di rinnovamento”. La Cdp, la parte statale dell’affare “pare quasi ridotta a minoranza”.

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