La Croazia entra nell’Eurozona

L’ultimo allargamento era stato quello della Lituania sette anni fa. La Croazia è entrata nell’Eurozona e sarà un confine “difficile” per quei mille chilometri che separano il Paese dalla Bosnia-Erzegovina: un limite cioè tra l’economia europea e l’altra parte dell’Est che, lo dimostrano le recenti bocciature di Bulgaria e Romania, è ritenuta ancora poco affidabile da Bruxelles. La Croazia è già un membro dell’Unione Europea da nove anni. Ventisette Paesi in tutto – l’ultimo ad essere ammesso è stato la Svizzera – per un totale di 420 milioni di abitanti.

Per l’economia craota significherà maggiore stabilità e incrementi in ambito turistico (che vale un quinto del Pil). Eliminati del tutto i controlli con Slovenia, Ungheria e Italia, da marzo anche il traffico aereo sarà libero. Dopo le guerre sanguinose dell’ex Jugoslavia degli anni Novanta, la Croazia (meno di quattro milioni di abitanti) raggiunge così la sua piena integrazione europea e lascia da parte una lunga storia di nazionalismi che parlatro esistono ancora nel cuore dell’Ue (la Serbia, per esempio, preoccupa l’Europa per la sua “amicizia” con la Russia). Come afferma il premier Andrej Plenkovic la Croazia raggiungerà “gli stessi standard economici e sociali, i livelli di investimento e il clima imprenditoriale dei Paesi più avanzati della Ue”.

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