All’offerta di vaccini gratis da parte della Ue, la Cina ha risposto piccata: “Abbiamo le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini Covid con una una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano le esigenze di tutti”. La situazione è “prevedibile e sotto controllo” continua a sostenere Pechino, contraria – e minaccia ritorsioni per le “pratiche eccessive” messe in atto – ai tamponi per chi viaggia dalla Cina in Europa.
La realtà, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, è diversa: nel Paese asiatico nemmeno un ultraottantenne su due ha fatto il terzo vaccino e il Covid avrebbe raggiunto il picco proprio ora in capitali quali Shangai e Pechino. La risposta dall’Italia alle autorità cinesi è arrivata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Mi sembrano misure normalissime. Lo fanno tanti cinesi ma anche tanti italiani provenienti dalla Cina. È a tutela della salute fare un tampone, non ha nulla di offensivo… Non c’è nessun intendimento offensivo né limitativo della libertà. Noi italiani siamo stati all’avanguardia. Siamo stati il primo Paese e poi altri hanno seguito”.
Non tutta l’Europa è d’accordo nelle limitazioni del test d’ingresso. La Germania, per esempio, nonostante i medici tedeschi premano per il tampone, sta prendendo tempo. Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Regno Unito, Australia sonio i Paesi che hanno voluto per ora le restrizioni per chi viaggia dal Paese asiatico.
Nonostante il Governo cinese abbia riaffermato che “da una prospettiva globale, il tasso di malati gravi e morti in Cina è il più basso”, la situazione potrebbe essere molto diversa: fattori politici e un “libera tutti” prematuro – dovuto alle imponenti proteste popolari – potrebbero aver peggiorato la situazione. La messa in soffitta della “strategia zero Covid” – niente più quarantena per i contagiati, nè tracciamento dei contatti stretti e neppure designazione di aree ad alto e basso rischio – ha una data precisa: domenica prossima.