Non abbiamo intenzione di negoziare sulla questione. Riposta secca, neanche troppo diplomatica. Il Governo tedesco ha chiuso, con poche parole e almeno per ora, la questione relative alle richieste di risarcimento per la Seconda Guerra Mondiale che la Polonia ha inviato. Il vice ministro degli Esteri polacco, Arkadiusz Mularczyk, ha protestato: “Liquidare il tutto con una sola frase significa che tutte le assicurazioni sulle eccellenti relazioni tra Germania e Polonia sono false”.
La nota diplomatica, consegnata settimane fa al ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, chiedeva, a nome del popolo polacco e 77 anni dopo i fatti, un risarcimento per quello che la Germania ha fatto al Paese dal 1939 in poi. Milletrecentomiliardi, questo il costo dell’immane sofferenza patita dalla Polonia.
Una cifra che non ripagherà le indicibili angherie perpetrate dalle truppe di Hitler, sin dal primo giorno, quando l’ospedale e le case di Wieluń furono bombardate all’alba. Sin dal principio, il piano nazista è stato quello di annichilire, attraverso una carneficina sistematica, il Paese confinante. Oltre cinque milioni le vittime polacche in quei sei anni. A seguito della sola operazione Tannenberg, appena dopo l’invasione, si sono contati 55mila morti.
Oltre ai massacri, alla distruzione di intere città, oltre agli esperimenti scientifici, oltre i campi di concentramento, l’intera Polonia è stata saccheggiata dai nazisti: sparite 500mila opere d’arte, forse più. Il conto non è mai stato chiuso.