L’antico vizio di sostituirsi ai giudici

“Non è un attacco giustizialista” come hanno detto, certo. “E’ il suo ruolo di rappresentanza che va salvaguardato”. Insomma, Fausto Troiani, che al momento di nulla è responsabile, dovrebbe fare un passo indietro, di sua volontà – ma per quale ragione poi – o attraverso gli strumenti della sfiducia o della revoca a cui faranno ricorso in Consiglio Comunale. Per colpirne il Presidente in carica ed esautorarlo delle sue funzioni.

La minoranza prova – ancora una volta, dopo gli attacchi strumentali a Ciarapica in campagna elettorale – a sostituirsi alla magistratura, che in merito alla vicenda attuale non si è ancora espressa e, a quanto è noto, ha archiviato le precedenti accuse. Fino a prova contraria, si chiama minoranza perchè i cittadini hanno scelto una maggioranza. Ma siccome l’opposizione non se ne fa una ragione, vuole trasferire le aule del tribunale a Palazzo Sforza in nome di una presunta eticità o moralità.

“Non è un attacco giustizialista”, ma lo è nella sostanza dei fatti e nei modi, nella certezza paventata di conoscere i fatti – che nessuno conosce se non i giudici – e nella chiara condanna, preventiva e senza motivazioni, di Troiani. E’ un immotivato attacco alla persona che ci fa ricordare qualche pezzo di Storia che, per varie ragioni, l’opposizione dovrebbe ricordare bene. E’ un processo alle intenzioni, anche quelle future dei magistrati che, forse, decideranno sulla questione. 

Troiani ha già rilevato, di fronte agli attacchi della minoranza, che la richiesta di archiviazione c’è già stata (dando ragione a lui) e anzi la presunta vittima di violenza è stata denunciata per atti persecutori ed estorsione. Non ha ricevuto comunicazioni da da parte dell’autorità giudiziaria. Per cui ciò di cui l’accusano è privo di fondamento. 

Post sciptum: fornire notizie coperte dal segreto è semplice, più difficile invitare tutti i giornalisti (e non solo alcuni) a una conferenza stampa. In questa storia di garanzie democratiche ne vediamo poche.

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