Italia divisa in due dai teppisti del calcio. Ancora una volta

Si erano date un appuntamento, le due tifoserie che hanno bloccato ieri il traffico autostradale, dividendo l’Italia in due. Un incontro in cui era obbligatorio portare mazze e catene, bulloni e coltelli. E’ da anni, da quando un supporter partenopeo, Ciro Esposito, venne ucciso nella capitale che romanisti e napoletani si odiano. Hanno pensato bene di mettere sotto scacco la polizia e bloccare l’Autostrada del Sole all’altezza di Arezzo. Scontri violenti, le famiglie impaurite chiuse nelle macchine ferme ad osservare il macabro spettacolo (si sono creati fino a venti chilometri di fila). 

I tifosi della Roma erano diretti a Milano per l’incontro dei loro idoli a San Siro, quelli del Napoli a Genova. A un certo punto sono comparsi centinaia di incappucciati in prossimità dell’area di servizio di Badia al Pino est, la stessa dove 15 anni fa venne ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri. Il bilancio finale è lieve per fortuna, solo un ferito. Ma ieri, a riprova che gli ultras vanno fermati con la proibizione delle trasferte, un agguato è avvenuto anche in Romagna, da parte dei tifosi del Cesena a quelli del Rimini che stavano raggiungendo la città per il sentito derby.

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