“Coltivate i vostri sogni e restate loro fedeli, tenacemente. Scoprite il vostro talento come tanti, unici cercatori del Santo Graal. Non rinunciate ai vostri progetti”. Quasi mille studenti delle superiori hanno ascoltato stamattina al Rossini, in “religioso” silenzio, gli insegnamenti di Pupi Avati, il celebre regista che si è videocollegato per commentare il suo film “Dante” e il suo libro “L’alta fantasia”.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione dantesca civitanovese, con la collaborazione dell’ammistrazione e dei Teatri di Civitanova insieme all’Amministrazione comunale e ai Teatri di Civitanova (il manifesto dell’incontro è opera di uno studente del Bonifazi, Niccolò Bigoni). Avati ha risposto alle domande degli studenti, dalla sua passione per il jazz, abbandonato “dopo aver sentito suonare Lucio Dalla, non c’era partita” al motivo per cui ha ambientato l’incontro fra Dante e Beatrice in una stradina squallida (“L’evento che è alla base della poesia della nostra letteratura è accaduto qui questo stradello malandato, proprio come Dio che ha voluto nascere in una grotta”.
Il bolognese ha anche lanciato una stoccata sull’esterofilia di alcuni settori politici e culturali italiani: “Le serie televisive americane non hanno bisogno dei nostri soldi. Per fortuna che su questo qualcosa si sta muovendo anche nei piani alti”.