“In tutti i modi hanno provato a screditare la persona. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Le loro testimonianze non sono state in grado di dimostrare il contrario”. Assunta e licenziata dopo tre settimane dall’istituto paritario Kennedy di Roma, ufficialmente per “mancanza di professionalità”, in realtà discriminata in quanto transessuale. Il tribunale, prima volta nel nostro Paese, le ha dato ragione: alla prof Giovanna Cristina Vivinetto va un risarcimento di 11mila euro, ma è l’indennizzo morale ciò che conta veramente.
Nella sentenza i giudici dicono infatti: “Le dichiarazioni non appaiono significative di un’effettiva inadempienza della professoressa ai propri impegni didattici. Inoltre appare quantomeno prematuro un recesso esercitato in così breve tempo, per motivazioni attinenti la scarsa capacità didattica, senza dare alla professoressa la possibilità di ambientarsi e di acquisire piena nozione dei piani didattici personalizzati da applicare ai propri alunni. Sicché può ritenersi adeguatamente provato che le ragioni… siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale”.
La Vivinetto ha sempre sostenuto che la scuola fosse a conoscenza della sua condizione. “Per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all’interno di un rapporto di lavoro” ha commentato soddisfatta l’insegnante, già vincitrice del Premio Viareggio sezione poesia.