Il vertice di Ramstein dei 40 Paesi che sostengono militarmente Kiev servirà per chiarire soprattutto la posizione della Germania, che tergiversa sulla consegna dei tank Leopard all’Ucraina. A undici mesi dall’invasione russa, la guerra è in una fase decisiva. Una conferma arriva da Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky ha accolto nella capitale in gran segreto un vecchio amico. Con il direttore della Cia William J. Burns, stimato per le sue valutazioni tattiche, ha chiarito quegli aspetti più sensibili dell’appoggio statunitense a Kiev, che si riassumono in una domanda: con i repubblicani che hanno “ripreso” la Camera e un elettorato dalle opinioni ballerine, cambierà l’atteggiamento Usa?
La risposta di Burns è stata chiara e di totale appoggio. E ha ripetuto in sostanza quanto dichiarato un mese fa: “La maggior parte dei conflitti finisce con i negoziati, ma ciò richiede una serietà da parte dei russi che in questo caso non credo si veda”. Quanto Zelensky voleva sentirsi dire. Sono giorni difficili per lui. L’elicottero precipitato su un asilo a Brovary, sobborgo orientale di Kiev, ha di fatto cancellato dalle mappe il ministero dell’Interno ucraino: il numero uno, Denys Monastyrsky, il suo vice, Yevgeny Enin e il sottosegretario Yuri Lubkovych, le vittime più importanti.
Per Zelensky non è stata solo “una tragedia orribile”, come l’ha definita, che gli ha portato via un amico. Il presidente ha anche bisogno in questi giorni di capire (l’aereo è presumibilmente caduto per un’esplosione a bordo) la dinamica dell’incidente, che è quanto meno sospetta. Il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha subito annunciato di aver aperto un’inchiesta: giusto per chiarire in maniera netta che non ci sia lo zampino dell’intelligence. Avvocato e docente di diritto, Monastyrsky, 42 anni, era diventato ministro dell’Interno nel luglio 2021.