(articolo di Marco Degl’Innocenti) – Venti anni fa moriva Giovanni Agnelli: l’Avvocato. Questo personale ricordo di un episodio assai particolare è tratto dal mio libro “Non volevo fare il giornalista sportivo”.
“Secondo lei Detari vale più o meno del 50 per cento di Platini?”. L’interrogativo da sibilla cumana me lo rivolse, con un sorriso leggermente ironico sul volto, l’Avvocato. Era il 16 aprile 1988 ed avevo ormai fatto lo scoop più importante della mia carriera di giornalista sportivo.
La “Gazzetta dello Sport” mi aveva inviato a Francoforte, in Germania, dove la squadra locale, l’Eintracht, avrebbe dovuto incontrare il Borussia di Mönchengladbach in un turno di Bundesliga. Una partita di nessun interesse per l’opinione pubblica italiana. Ma la stella dell’Eintracht, allora, era un fantasioso centrocampista ungherese, Lajos Detari, che piaceva molto alla Juventus. “Vai a Francoforte perché allo stadio dovrebbe esserci Vycpalek a visionare Detari”, mi avevano detto i capi dalla redazione. Cestmir Vycpalek, cecoslovacco, ex ottimo giocatore, poi allenatore della Juve nei primi anni ‘70, vincitore dello scudetto 1972-73, era rimasto legato ai bianconeri diventandone il capo degli osservatori. Lo conoscevo soltanto di vista e, arrivato in quello che si chiamava ancora “Waldstadion”, cominciai a girare per le gradinate della tribuna centrale, dove pensavo potesse aver preso posto l’inviato iuventino, quando, alle mie spalle, risuonò forte un’imprecazione in italiano. Mi voltai di colpo, più d’istinto che per aver riconosciuto la voce. Ad aver esclamato un “porca…!” era stato Giampiero Boniperti…
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