(articolo di Maurizio Verdenelli) – Un’assenza assordante. La mamma Alessandra, soprattutto, la nonna che di Pamela era l’amministratrice, lo zio che ne ha rappresentato l’istanza di giustizia non c’erano ieri mattina ai Giardini Diaz in quel piccolo spazio erboso sotto il grande albero alla cui ombra tre anni fa è stata posta una edicola in ricordo del più grave fatto criminale accaduto nella storia moderna di Macerata.

A ricordare la tragedia di Pamela Mastropietro il sindaco Sandro Parcaroli che ha rinnovato, insieme con la vice Francesca D’Alessandro (con delega ai Servizi Sociali) la vicinanza delle Istituzioni alla famiglia. A prendere la parola in rappresentanza del vescovo Marconi, il suo sostituto don Andrea Leonessi davanti ad una completa rappresentanza dei pubblici poteri a cominciare naturalmente dal prefetto Flavio Frediani che tutti li rappresenta con citazione per il comandante dei Carabinieri e del Corpo di Polizia municipale, Doria, che in forze ha partecipato alla cerimonia.

A mancare e’ stata sopratutto la città: i giovani presenti ai Giardini solitamente a quell’ora dell’uscita da scuola hanno preferito il bar della Rotonda e pure gli anzani non si sono visti. 

Il caso Pamela, ora in Corte d’Assise d’Appello di Perugia dove la Cassazione ha rinviato gli atti per stabilire se ci fu violenza sessuale da parte di Innocent Oseghale, desta pur a cinque anni di distanza ancora vivo turbamento sul luogo dove avvenne: Macerata.

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