Al Premio Consalvatico l’ironia e i racconti del sempreverde Enrico Beruschi

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Do you remember Enrico Beruschi? Eccome! “Ogni sosta si è trasformata in un’ola, in un assedio per un selfie assieme” rivela Fulvio Fulvi (‘Avvenire’) che ha accompagnato l’amico Enrico da Milano a Tolentino. Dove l’ex stella di ‘Drive in’ è stato ospite d’onore e il mattatore del Premio Tullio Colsalvatico “L’umorismo: un modo di vedere la realtà” giunto trionfalmente alla 9. edizione dopo 2 anni di stop causa Covid.

“Tornare per alcune serate a Striscia la Notizia (voluto Ezio Greggio di cui fu mentore ndr) è stato come togliere polvere da un catafalco. Ora mi vogliono tutti, e tutti si ricordano di me”. 

La storia della Valpotenza in un libro in omaggio a Beruschi

Sul grande schermo ecco i filmati from Drive in con Greggio, Lory Del Santo con Beruschi superstar. Poi Sanremo 1979 con ‘Sara’ un fiore’, autentico tormentone di quell’anno scritta dal celebre Panzeri e cantata da Beruschi. Che rivela: “Sul palco, il pubblico dell’Ariston esplose d’entusiasmo al mio fatidico ‘E allora…?’ tanto che mi emozionai sbagliando l’intonazione della prima parte del motivo. Mi ripresi bene. E all’ultima serata Mike Bongiorno si disse sicuro del mio podio finale in terza posizione. Invece fui quinto. Pagò un po’ la lieve provocazione del doppio senso. Perchè, ora finalmente  lo rivelo, quel fiore era in effetti volutamente equivoco…”. Nooo!

La giuria del Premio Tullio Colsalvatico, attribuito quest’anno a Riberto Cola di Tolentino, attorno a Beruschi. Foto Carletti

Fulvi cerca di saperne di piu’, ma Enrico (82 anni “sì, ma a settembre!”) non si sbottona. La parodia del satiro non risparmia le belle ragazze in prima fila in un Politeama assolutamente  ‘sold out’ – per la gioia di Franco Maiolati presidente del Premio – nonostante la concomitante presenza di numerosi altri eventi in città. E a portare il saluto del Comune è Alessandro Massi: “La strategia dell’amministrazione è nel ruolo di sussidarietà teso a far crescere a Tolentino lo spirito d’iniziativa” dichiara.

Beruschi parla di Guareschi – Fulvi è pure critico cinematografico, massime di Peppone e don Camillo – che definiva l’umorista un visionario preveggente e si dice dolente che al Premio Colsalvatico come a Sanremo, nella cinquina finale, nessuna donna. Nel secondo caso dallo strisciante tsunami umoristico di Enrico esce fuori una gag d’altri tempi che fa esplodere il teatro tolentinate ed accresce il feeling in cui s’immergono pure alcuni dei componenti della giuria con particolare riferimento al presidente Gianfranco Lauretano e fra’ Roberto Brunelli. Il quale, amante dell’arguzia di Chesterton, rivela d’aver fatto dono al Papa di una pubblicazione del celebre scrittore inglese. “Dopo la Grazia, l’umorismo è il più bel dono di Dio” è stata la risposta di Francesco. “Lo sa Santo Padre che G. K. Chesterton ha scritto bene del Papa e del Vaticano?” aveva a quel punto rifrancato, aggiunto il frate sambenedettese. Qui il pontefice ha tagliato corto: “Sì, ma gli piaceva troppo la birra”. (Benedetto XVI tuttavia si fece fotografare una volta con una pinta di birra bavarese in mano, ndr).

Dal presidente Maiolati, omaggio finale a Beruschi, regista pure di opere liriche. “Nel melodramma ho esordito al teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno”. FOTO CARLETTI

Una serata lunghissima – presentata da Giulia Merelli, letture di Matteo Canesin – con tutti alla fine attorno a Beruschi. “Tolentino?”. “Carina sempre, ma le ragazze mi son parse un po’ meno carine..”. Non sorride, quasi si commuove parlando di Maurizio Costanzo: “Mi aveva mandato un biglietto affettuoso dopo Striscia…” mi dice prima d’essere inghiottito dai fans intergenerazionali che lo lambiscono dovunque.

Mi dice Venanzo Ronchetti, da Serravalle di Chienti, il ‘sindaco del terremoto’: “Beruschi, lo ricordo bene, fece uno spettacolo gratuito per i nostri terremotati, nel ’97. Fu lui uno dei primi artisti, tra i più popolari, ad accorrere. Poi il giorno di Natale ci telefonò dalla Sicilia, dov’era un tour, per chiedere come stessimo, se da noi nevicasse. Si sentiva quasi in colpa: qui è quasi primavera, mentre voi state al freddo fuori dalle vostre case. Un grande cuore, Enrico”. (nella foto di copertina: Franco Maiolati, Enrico Beruschi e Fulvio Fulvi, foto CARLETTI)

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