Le critiche mosse dal presidente del consiglio di amministrazione dell’Erap, Saturnino Di Ruscio, nella relazione inviata alla Regione lo scorso agosto hanno avuto un seguito in questi giorni. La Guardia di Finanza si è presentata nella sede dell’Istituto per acquisire documenti (e vi sarabbero decine di esposti al riguardo). Difficile non pensare che la perquisizione sia “figlia” di quelle carte spedite a Palazzo Raffaello in cui si contestavano le nomine dei cinque responsabili provinciali e del segretario generale. Incarichi, mai fatti sono ad oggi, di cui vuole occuparsi in autonomia la stessa Regione, contro il parere fortemente contrario di Di Ruscio.
Nella relazione spedita qualche mese fa, il presidente Erap aveva messo in evidenza come il nuovo cda avesse dovuto “approvare i bilanci consolidati di ben quattro anni (dal 2017 al 2020) mai prima redatti nonostante specifici obblighi di legge” e “sollecitare la redazione del bilancio consuntivo 2021, non ancora pronto, potendo verificare come il consuntivo venga ormai da anni approvato in forte e crescente ritardo rispetto ai termini di legge”.
Ora la Guardia di Finanza e entro fine mese le nomine, su cui Di Ruscio, come da carte inviate a Palazzo Raffaello, promette battaglia. L’unico nome su cui Regione e presidente Erap concordano è quello del fermano Sauro Vitaletti. Ma è sul metodo che dovranno accordarsi i due contendenti istituzionali.