L’annuncio: rinascono Fondazione e Premio Salimbeni. Omaggio a Giorgio Zampa nel giorno in cui San Severino gli dedica un largo

(articolo di Maurizio Verdenelli – foto di Luciano Carletti) – Bentornato a casa, Vittorio! E’ subito ‘Sgarbi day’ nel nome di Giorgio Zampa a San Severino Marche cui lo lega un amore antico nato da una lacerante inimicizia: quella con Federico Zeri.

Ad attenderlo pazientemente sul largo Zampa (da oggi), ci sono i vecchi amici . Il primo abbraccio è per il cardinal Edoardo Menichelli, che l’ha atteso una mezz’oretta ‘buona’, poi Adriano Vissani ‘l’ultimo sindaco/imperatore (dc)’ settempedano. Prima del suo avvento: quello di Vittorio primo sindaco socialista che Liana Lippi aveva preconizzato in tempi lontani ad Ivo Costamagna. Liana non c’è più da qualche anno: “Era lei la mia seconda madre” mi disse Sgarbi. L’ultimi incontro tra i due grandi amici era stato all’hospice dove la pasionaria del Psi sanseverinate si stava spegnendo.

La visita oggi di Sgarbi nella ‘sua’ città non e’ stata tuttavia senza frutti copiosi. Verranno ripristinati Fondazione e Premio Salimbeni creati da Zampa, che furono il tramite tra Vittorio e San Severino.

Presente chi scrive, tanti anni fa in un ristorante civitanovese l’attuale sottosegretario accolse l’invito di Costamagna a correre alle comunali di San Severino proprio per fare (successivamente) uno sgarbo a Zeri, nume tutelare del Premio Salimbeni. Ma ora tutto si capovolge.

Sotto l’epigrafe del Largo Zampa, presenti from Stoccolma la figlia di Giorgio, Giovanna ed altri familiari, il critico d’arte più famoso d’Italia ha sciolto un commosso tributo. Non solo allo scrittore, critico, giornalista, collega (al Corsera) ed amico fraterno di Eugenio Montale (che presso la tipografia Bellabarba stampò i suoi ‘Xenia’ che gli avrebbero spalancato le porte del Nobel), ma all’intero mondo letterario poetico e letterario del territorio fecondissimo maceratese. A cominciare da Treia, da Dolores Prato, “la seconda Leopardi” dice Sgarbi: scrittrice amata e valorizzata da Zampa. Che mai dimenticò la sua San Severino. Dove, nell’alloggio vicino San Domenico, resta la grande biblioteca e pure qualche dipinto di Montale, a lui donato dal poeta che Giovanna chiamava ‘zio Eugenio’.

Di Zampa, Sgarbi ricorda con ampie citazioni, un  articolo memorial di Alberto Pellegrino, presente alla cerimonia. Anche per lui il grazie della famiglia Zampa. 

“Ho fatto, dopo San Severino, il sindaco di molti altri comuni oltre che assessore a Milano. Ho sempre curato la memoria dei loro ‘figli’ restati alla Storia. Ho sempre pensato che al di là dei tanti ruoli di un uomo illustre, uno soltanto fondamentalmente rimane”. Per Sgarbi? “Polemista. L’ho fatto stampare sul mio biglietto da visita”. 

Distribuito alla fine: ed è stata subito caccia alla ‘laicissima’ reliquia del Vittorio nazionale. Che da relatore si è poi fatto conduttore della cerimonia, introducendo la sindaco Rosa emozionatissima (per sua stessa ammissione) e Giovanna Zampa (idem). Allo scoprimento della targa a due passi dalla strettissima viuzza dove Zampa è nato, per bizzarria della sorte, qualche imprevista difficoltà nella rimozione del rosso drappo. Che fino a poco prima ogni piccola folata di vento aveva fatto precipitare.

Per Sgarbi poi c’è stato dal foyer del Feronia (in teatro ha presentato nel pomeriggio il suo libro sul Canova) il collegamento con Myrta Merlino con elogio pubblico per Silvio Berlusconi. Fuori onda spazio per qualche spunto amaro riguardo alla sua mancata conferma come sindaco di Sutri. Dice: “Una sorpresa per me come rappresentante del Governo e sopratutto perchè avevo fatto benissimo”. Eletto al suo posto un candidato di FdI.

Pronti i propositi di rivincita: “Punto a fare il sindaco di Arpino, paese natale di Cicerone. Prometto se eletto, ma vincerò di sicuro, di istituire nel suo nome un certamen latino”. La sfida, nel segno del latinorum, è lanciata!

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