Di tutte le località incantevoli delle Marche, Montecosaro è stata l’unica che ha aumentato la sua popolazione. E lo ha fatto senza grandi slogan o particolari operazioni di marketing, che vengono lanciate in altre e più rinomate città con grande spreco di denaro pubblico e senza sortire alcun risultato di rilievo. Nel suo piccolo, Montecosaro ha scelto la strada migliore, quella della sostenibilità, della cura del territorio e della riqualificazione urbana, della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale e della vivibilità.
“Pensi che in questi ultimi dieci anni nei territori della Marca maceratese si sono persi 17mila abitanti, quanto Montecosaro e Morrovalle messi insieme, con conseguenze sociali ed economiche rilevanti. Un fenomeno a cui va data una risposta – sottolinea il sindaco della città, Reano Malaisi – Va invertita la rotta e data continuità ai progetti, come appunto quello che ci coinvolge della Marca maceratese”.
Sì, perchè se, come dice il primo cittadino, “le Marche fino a venti anni fa erano interessanti per i distretti industriali, oggi lo è il turismo ‘lento'”, e allora questa opportunità va sfruttata appieno: un inedito percorso ciclopedonale che colleghi tutta la Marca (fatto di strade storiche, anche sterrate, e sentieri ameni), per esempio. “Dobbiamo parlare di territorio e non di singole città. Unirci in rete per mostrare al mondo le nostre bellezze. Il tour dei Teatri storici della Marche (candidati, su iniziativa regionale, ad essere patrimonio dell’Unesco), varato di recente, è un’iniziativa lodevole”.
Ma Montecosaro, oltre alla sua armonia coltivata e arricchita in questi ultimi anni, ha qualcosa in più. Solo qui c’è il museo (privato, creato da Paolo Marinozzi) del “Cinema a pennello”, tutta la storia della Settima Arte attraverso bozzetti e manifesti originari. Uno spazio unico al mondo, meta di registi e attori da ogni angolo d’Italia e del pianeta. Una liasion lunghissima, quella di Montecosaro con il cinema, che ha dato notorietà alla cittadina marchigiana e ancora più ne apporterà in futuro.
E’ la nuova frontiera del cineturismo che porta appassionati turisti a visitare i luoghi dove si è girato un film (pensiamo all’incremento di presenze a Bari dopo la proiezione della fiction del commissario Lolita Bosco). “Qui da noi è stata girata una buona parte del film su Coppi, con Sergio Castellitto e Ornella Muti nei panni della Dama Bianca, la compagna del campione” ricorda Malaisi. Era il 1995, troppo in anticipo rispetto ai tempi. Oggi cineturismo e cicloturismo alla scoperta dei nostri incantevoli paesaggi sono un’accoppiata vincente. La risorsa economica da non lasciarsi sfuggire.
E Malaisi nei suoi due mandati è andato in questa direzione: Montecosaro, oltre a riqualificare Chiesa di San Agostino e Palazzo Comunale (puntando sull’attrattività sostenibile), oltre a pensare per i giovani un nuovo Palazzetto dello sport e per i più giovani a scuole materne e asili riqualificati con i fondi pubblici (migliorando così la vita anche dei genitori), ha valorizzato proprio le sue eccellenze, come l’Abbazia di Santa Maria a pie’ di Chienti che entro l’anno avrà più spazio e verde grazie alla demolizione dell’ex opificio.
Una città insomma pronta allo scatto, come faceva Coppi sul Tourmalet lasciando alle spalle gli altri. Glielo auguriamo, le premesse ci sono tutte. Dobbiamo anche ricordare, a onor del vero, che lo scatto varrà doppio perchè è stato fatto in salita. Ah, se le città marchigiane lasciassero da parte gli individualismi! (In copertina: il sindaco Malaisi con Carlo Vredone)