Sospese le visioni per un breve periodo di vacanza, Gisella Cardia e suo marito hanno promesso che torneranno a Trevignano. Là sulle sponde del nuovo lago di Tiberiade, alla presenza di fedeli inginocchiati o seduti, forse ci saranno nuovi messaggi della Madonna diretti alla siciliana che sopra il suo dialogo con l’aldilà (presunto, secondo i sempre più numerosi scettici, o certo, secondo i suoi seguaci) ha costruito un bel business.
Pochi credono nel ritorno della Cardia nel posto che avrebbe voluto trasformare nella Medjugorie italiana. Troppa gente contro, “il demonio si è scatenato contro di noi” ha commentato il marito, ma non ha fornito ulteriori spiegazioni sull’interessamento del diavolo alla vicenda.
Più probabilmente i cittadini della località laziale si sono stancati e vogliono tornare a una vita normale, senza i bus della speranza e i miracoli a pagamento. Già sei anni fa un’inchiesta della magistratura aveva appurato, senza tuttavia condannare la Cardia e il marito, che le lacrime della Madonna non erano della Vergine, ma della Cardia o, secondo un’indagine parallela di un investigatore privato, di un maiale. Niente di soprannaturale, insomma.
Eppure, mancando la condanna, il culto è continuato e anche le apparizioni e le donazioni a gonfiare il conto della onlus collegata. Nessuna conferma scientifica. Eppure si è tirato avanti fino ai giorni scorsi, quando i due, la veggente e il marito, sono andati in vacanza o, come dicono alcuni in paese, fuggiti dopo aver prelevato discrete somme in banca. Dicono che nei prossimi giorni saranno di nuovo a casa. La Madonna è così paziente anche con loro che per i prossimi miracoli sta aspettando il loro ritorno.