Come Hitch, il formidabile Christopher Hitchens, il più polemico di tutti, il meno allineato, a cui ha dedicato il suo ultimo lavoro, “La storia da dentro”, in uscita in questi giorni da Einaudi. Tutto insieme, vita reale e inventata, padre moglie e amici, in un soliloquio che ha come obiettivo solo quello dell’andare contro.
Svelare le menzogne della realtà, questo il compito dello scrittore, almeno di chi vuole essere anche intellettuale del suo tempo, questo ha fatto Martin Amis tutta la vita, che fossero bersagli femminismo e affini o integralisti era lo stesso. O l’errore della vecchiaia (a lui risparmiata forse, si è spento a 73 anni in Florida) che l’inglese, straordinario narratore in “Money”, “London Fields”, “Esperienza” e “L’informazione”, voleva cancellare dalla terra, proprio perchè errore, proponendo un’eutanasia collettiva.
Come Hitch ha sconfessato puntalmente le bugie delle maggioranze, venendo a volte tacciato come conservatore, e come il suo amico è morto, di un cancro all’esofago. Ha fatto parte di quella grande famiglia di scrittori britannici a cui appartengono di diritto Ian McEwan, Zadie Smith, Salman Rushdie, a cui lo legava l’amicizia intellettuale contro ogni tipo di totalitarismo.
Ha inveito, Martin, contro i clichè e la società capitalista, contro le convenzioni e i lati oscuri della realtà contemporanea. Ha inveito per dire la verità, con la stessa forza del solidale Christopher. “Hitch 22”, ricordate? Pochi libri hanno potuto eguagliare, nella precisione che spetta alla scrittura, la produzione di questa straordinaria coppia di amici.