Il Rione Sanità splende di nuova luce. La chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi è oggi lo Jago Museum

Sotto la collina di Materdei, ricavato in una cava di tufo, sta il Cimitero delle Fontanelle. Luogo di culto delle “anime pezzentelle”, le anime abbandonate, sin dai tempi della peste del 1656 che decimò Napoli. “Questo guazzabuglio di fede e di errore, di misticismo e di sensualità, questo culto esterno così pagano, questa idolatria, vi spaventano? Vi dolete di queste cose, degne dei selvaggi? E chi ha fatto nulla per la coscienza del popolo napoletano?”. Matilde Serao sapeva bene che la città partenopea vive da sempre sospesa tra la luce e il buio.

Ma è proprio questa la forza di Napoli. A poca distanza dalle Fontanelle, la luce acceccante della Pietà di Jago illumina da ieri il nuovo museo del Rione Sanità. Un’opera che emoziona, la scultura dell’artista laziale, ma che rappresenta soprattutto il riscatto di un quartiere. Lo Jago Museum ha donato nuova vita alla chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi che ha riaperto così al pubblico dopo quattro decenni.

“Luce al Rione Sanità”, come si chiama un altro progetto di inclusione sociale per i ragazzi attraverso l’arte e la valorizzazione del patrimonio storico artistico del quartiere. Luce che sconfigge le ombre e le incertezze umane e dona al cuore di Napoli la possibilità di un riscatto.

Scriveva Federico Fellini che “dopo la guerra, si aveva il sentimento d’aver patito sciagure immeritate ma che facevano parte della Storia, che rendevano partecipi della Storia: non era certo un conforto, ma alle sofferenze dava un senso, un riscatto”, per poi sottolineare la delusione immane di un futuro mancato. Il regista parlava dell’Italia, ma si può dire oggi la stessa cosa per una città che ha sofferto lutti continui ma si è saputa sempre riscattare, soprattutto attraverso l’Arte.

E l’apertura dello Jago Museum è un momento di gioia: in cinquemila hanno voluto condividere questo momento di rinascita del quartiere. “Oggi la nostra Basilica di Sant’Aspreno ai Crociferi riapre al pubblico, restituita, messa al mondo come un figlio, ancora una volta per accogliere” ha detto Jago. “Il Museo deve respirare di ciò che proviene dall’esterno”, ha aggiunto, affinchè nessuno dimentichi che tutto nasce dalla solidarietà e dalla condivisione, nella battaglia contro l’oscurità.

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