(articolo di Maurizio Petrocchi) – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto un terzo mandato ieri, sconfiggendo il suo principale rivale, Kemal Kilicdaroglu, in un ballottaggio molto combattuto. Erdogan, al potere da 20 anni, ha ottenuto il 52% dei voti, secondo i risultati preliminari. Kilicdaroglu ha ricevuto il 48% dei voti.
L’elezione è stata vista come un referendum sul governo di Erdogan, caratterizzato da un crescente autoritarismo e turbolenze economiche. La vittoria di Erdogan è un segno che rimane popolare tra molti turchi, nonostante le sfide che il Paese deve affrontare. Ha promesso di proseguire il suo progetto di “nuova Turchia”, che lo ha visto consolidare il potere e reprimere il dissenso. Si è inoltre impegnato a migliorare l’economia e a mantenere il ruolo della Turchia come potenza regionale.
Kilicdaroglu, il leader del Partito popolare repubblicano, aveva promesso di realizzare una Turchia più democratica. Aveva anche criticato le politiche economiche e la politica estera di Erdogan, in particolare i suoi stretti legami con la Russia.
L’elezione è stata la prima volta che Erdogan ha affrontato una seria sfida da quando è salito al potere nel 2003. Il ballottaggio si è tenuto dopo che nessun candidato ha ottenuto la maggioranza al primo turno di votazioni il 14 maggio. La vittoria di Erdogan è una battuta d’arresto per il movimento democratico turco. Solleva anche preoccupazioni sulla direzione futura del paese. Erdogan ha mostrato poca tolleranza per il dissenso e la sua vittoria potrebbe portare a ulteriori repressioni alla libertà di espressione e di riunione.
Le elezioni hanno implicazioni anche per la politica estera della Turchia. Erdogan è stato un forte critico dell’Occidente e la sua vittoria potrebbe portare a ulteriori tensioni tra la Turchia e i suoi alleati della NATO. Resta da vedere come governerà nel suo terzo mandato. Tuttavia, la sua vittoria è un segno che rimane una figura potente nella politica turca.