Intelligenza artificiale: Unimc all’avanguardia, prima cattedra in Europa

Un premio Pulitzer, un professore di Harvard e tanti esperti internazionali per l’esordio della cattedra “Jean Monnet Edit” in Etica per un’Europa Digitale Inclusiva, di cui è titolare la professoressa Benedetta Giovanola, docente dell’Università di Macerata. E’ stato il rettore, John McCourt, ad aprire il seminario e a sottolineare che ad oggi Edit è l’unica cattedra Jean Monnet in tutta Europa ad essere dedicata all’etica dell’intelligenza artificiale. Si tratta di un importante incarico di insegnamento e ricerca ad alta specializzazione finanziato dalla Ue nell’ambito del programma Erasmus+ dopo una strettissima selezione. Edit rappresenta un percorso unico nel suo genere, attivato in partnership con alcune delle più prestigiose università del mondo, prima tra tutte Harvard. 

Ne hanno parlato i massimi esponenti internazionali in materia di Ai e delle sue ricadute, specialmente etiche: la Premio Pulitzer 2022 Erin Kelly, professore ordinario al Tufts University (nel Massachusetts) e esperta di criminal justice nel contesto americano in cui è sempre più pervasivo l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale come ‘predittivi’ della reiterazione dei reati, e il docente di Harvard, Mathias Risse, Berthold Beitz Professor in Human Rights, Global Affairs and Philosophy e direttore del Carr Center for Human Rights Policy della Kennedy School of Government, teorizzatore del pensiero che l’Ai possa alterare il significato stesso della vita.

“Come ha sottolineato il professor Risse – ha commentato il rettore John McCourt – gli studi umanistici svolgono un ruolo vitale nel prepararci ad affrontare le potenzialità, le sfide e anche i rischi connessi all’intelligenza artificiale. L’Università di Macerata si conferma nel suo posizionamento strategico per affrontare questo cambiamento epocale grazie alla sua specializzazione nelle scienze umanistiche e sociali che la contraddistingue rispetto ad altri atenei. L’Ateneo di Macerata si specializza nello studio di ciò che rende umano, la nostra capacità di pensare e sentire, la nostra capacità critica e filosofica – il fascino di ciò che è difficile – che vanno difese in un mondo che rischia di affidare troppo potere al digitale”. 

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