“Scambiò la ghianda aonia con la spiga fertile e mescolò l’acqua con l’uva scoperta”. La traduzione è da matita rossa, ma stavolta ad essere premiata è l’intenzione (singolare) dell’anonimo autore. Colui cioè che incise versi del poema “Le Georgiche” di Virgilio sulla base di un’anfora ritrovata a Noguera, nei pressi di Cordova e risalente a duemila anni fa.
Gli archeologi di quattro università, quelle di Barcellona, Montpellier, Siviglia e appunto della città andalusa, lo hanno definito un ritrovamento senza precedenti (sempre si trovano nomi o date incisi, non scritti di questo genere). Il vero testo di Virgilio, poeta assai popolare a quel tempo, è: “Se è vero che per vostra grazia il genere umano sostituì le caonie ghiande con le pingui spighe di grano e mescolò l’acqua dell’Acheloo col vino che aveva scoperto”. Ma forse è stato un bambino che stava studiando”Le Georgiche” l’autore dell’epigrafe.
“La paternità e la vera intenzione di chi l’ha scritto sono difficili da determinare, ma tutti gli indizi portano a pensare che qualcuno non volesse che fosse visto, dal momento che era inciso sulla parte inferiore dell’anfora”, ha spiegato Iván González Tobar dell’Università di Barcellona intervistato dal quotidiano ‘El País’.