Da Montecristi all’Italia, un viaggio di amore e sacrificio, passioni e successi

(Testimonianza dell’imprenditrice Gladys Mercedes Rosado raccolta da Alfredo Aramondi, rappresentante in Italia della CBEI – Camera Binazionale Italia-Ecuador) – Ho tirato fuori un sogno che avevo nel cassetto, proprio durante la pandemia da Covid: decido di viaggiare in Ecuador, precisamente a Montecristi, per conoscere meglio il processo d’elaborazione del cappello, e gli artigiani.

Nel tempo trascorso con loro ho potuto percepire l’amore e la passione che ci mettono quando intrecciano la paglia, anche se questo mestiere non gli garantisce entrate economiche giuste. La richiesta del prodotto c’è… a metà elaborazione, da parte di importanti aziende europee che, però, spesso pagano prezzi bassi; aziende che, poi, termineranno il prodotto nei loro laboratori in Europa. Questo comportamento, oltre a non retribuire con il giusto compenso gli artigiani, rappresenta una minaccia per il nostro “Hecho en Ecuador”: rischiamo infatti di perdere una tradizione che fa parte della nostra cultura.

Gladys Mercedes Rosado e Alfredo Aramondi

Ecco che, allora, ho pensato di avviare una collaborazione diretta con gli artigiani per una lavorazione interamente nel mio Paese di un prodotto di pregio (dei miei cappelli, solo il nastro è italiano); abbiamo curato ogni dettaglio, utilizzando prodotti amici dell’ambiente come la tagua o avorio vegetale, dal set per la cura al nostro packaging, realizzato in collaborazione con l’artista ecuadoriano Boris Veliz, che dipinge a mano le nostre borse portacappelli (fatte in cotone naturale). 

Giemme Montecristi Ecuadorian Hats, nacque dalle fibre delle mie condizioni di migrante nel mondo, sentendo il bisogno di trasmettere la storia, cultura, le persone e altre componenti che fanno del cappello di paglia toquilla un vero orgoglio ecuadoriano, che tesse giorni felice e altri meno felice; pieni di speranze, sorrisi con lagrime e sogni generosi.

Le mie radici – il mio origine – col passare degli anni sono diventate profonde, avvolgendomi con il più grande e faticoso desiderio di portare in ogni angolo del mondo, le facce, le mani, le loro illusioni di essere riconosciti come i veri artisti che sono ognuno degli artigiani che dedicano la loro vita a preservare e tramandare quest’arte alle nuove generazioni.

Oggi Giemme Montecristi è l’unione del coraggio, tenacia e un bel po’ di sana follia di donne, madri, uomini, padri e giovani ragazzi che sognano un futuro migliore!

Per il futuro, vedremo: ma intanto, il mio impegno è di contribuire a far conoscere il prodotto per la sua vera origine ecuadoriana. Per mantenere viva una attività secolare, e tutelare e salvaguardare da una progressiva scomparsa un patrimonio culturale inestimabile, riconoscendo agli artigiani la dignità umana e professionale: anzitutto assicurando loro un compenso congruo, basato sui princìpi del lavoro etico, solidale ed ecosostenibile, e creare un insieme a tutti con loro che vorranno partecipare a creare un vero centro dell’accoglienza dove le persone saranno il punto di partenza, con tutte le loro necessità. Una sfida che vale la pena tentare di affrontare.

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