Trentasette milioni di spagnoli decideranno oggi il futuro del Paese, nel voto più importante dell’ultimo decennio. Da una parte Socialisti e Sumar, la nuova coalizione di sinistra creata dall’ex vicepresidente Yolanda Dìaz, dall’altra i Popolari e il partito di estrema destra Vox. I sondaggi danno per certo il cambio: Pedro Sánchez lascerebbe la Moncloa al leader PP Alberto Núñez Feijóo, il quale però sarebbe costretto a patteggiare con i neo-franchisti. Chissà come ne pensano i suoi elettori.
Considerate le maggioranze risicate, la lotta vera di oggi è su chi sarà il terzo partito spagnolo, se Vox o Sumar. E se fino a una settimana fa la coalizione di centrodestra era saldamente in vantaggio, negli ultimi giorni il centrosinistra ha riacquistato fiducia. I motivi sono molteplici: qualche gaffe di Feijóo, la massiccia partecipazione, oltre il 93%, al voto per corrispondenza e la paura che hanno i moderati spagnoli di veder nascere un governo con Vox.
In uno degli ultimi dibattiti televisivi il leader dell’ultradestra, Santiago Abascal, ha fatto una figuraccia proprio con la Dìaz. “Lo sa quanto sono state quelle assassinate nel nostro Paese negli ultimi 20 anni, signor Abascal? 1.212. E lo sa perché ci uccidono? Perché siamo donne. Smettetela di ridere di noi!”. Il povero Abascal ha incassato l’accusa (il suo partito vorrebbe abrogare molti leggie mettere in dubbio il concetto di uguaglianza tra uomo e donna) e ha risposto come sempre: “Comunista!”.