(articolo di Maurizio Verdenelli) – Che musica, maestro! E che testimonial! All’auditorium ‘Filippo Marchetti’ va in scena quello che hai sempre auspicato per la montagna e che non è mai accaduto. Un momento forse anche tre d’attenzione in più, ed ecco un opinion leader di grande autorevolezza come Ferruccio De Bortoli, per due volte direttore del ‘Corriere della Sera’. Allora Bolognola può far rima (speriamo non soltanto per un pomeriggio) con Bologna, il concittadino Filippo Marchetti con Giuseppe Verdi e Cristina Gentili, la valorosa sindaca, con la ‘Regina Cristina’ che dalla Svezia passò dalle parti della montagna maceratese per raggiungere Roma.
A Bolognola, De Bortoli si è sentito a casa sua (i mai dimenticati boschi del Bellunese di cui è originaria la famiglia d’origine). E visitando questo borgo, anch’esso martire del sisma (2016) tuttavia risorgente in controtendenza, ha ricordato una delle sue prime importanti esperienze di inviato nel Friuli devastato nel 1976. “Bolognola e’ un esempio positivo” ha detto De Bortoli. Confermando, con la sua presenza quanto già a Fabio Fazio aveva dichiarato nel corso di “Che Tempo Che Fa” (Rai3). Sottolineando il percorso virtuoso di un comune di 145 abitanti – dopo Montecavallo, il più piccolo delle Marche – che aveva presentato 47 progetti con i fondi europei del Pnrr!
Una tale citazione tv non era certo andata perduta tra le valli appenniniche. Da qui, from Bolognola, l’invito a De Bortoli e l’ambita sua accettazione ad un convegno dibattito per la regia di ‘regina’ Cristina. Al quale hanno partecipato insieme con uno degli eredi più brillanti del marchigiano Luigi Albertini, il commissario per la ricostruzione sen. Guido Castelli e il sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia.
Castelli ha chiesto a De Bortoli di voler essere con il suo carisma, la passione, la competenza, l’ambasciatore, il testimonial dell’Appennino marchigiano. Un pezzo d’Italia martoriato che è alta sintesi del BelPaese per natura, storia, arte e cultura. Bolognola, che ha visto finanziati 19 bandi (su 54) per 27.5 milioni d’euro, può essere preso d’esempio e dato il contesto, considerato apripista di una cordata virtuosa. Che dica no alla desertificazione post 2016.
Scaficchia da parte sua ha posto la necessità di utenze diversificate e provvidenti per le popolazioni della montagna che rappresentano in toto le preziose fonti idriche. “Nel Maceratese mare, laghi e monti si toccano: un’ora tra l’Appennino e l’Adriatico. Per il turismo, la rinascita post sisma un’occasione preziosa” è stato detto al convegno.
L’attesa ora si pone, a breve, in direzione della Legge della Montagna. Sulla quale sabato prossimo a Castel Sant’Angelo sul Nera, pronubo il sindaco Mauro Falcucci, la Regione Marche attiverà analisi ed ‘illuminazione’ sperando messianicamente che sia finalmente la ‘volta buona’.