Aumento dei limiti per la radiofrequenza, il grande business che attenta alla salute. Appello di 50 scienziati al Governo affinchè desista

“Un aumento dei limiti sarebbe una scelta del tutto irrazionale e pericolosa per la salute pubblica, visto che la ricerca scientifica ha dimostrato che gli attuali standard di sicurezza sono inadeguati”. Sui campi elettromagnetici oltre cinquanta scienziati, tra cui il marchigiano Massimo Rogante, si sono ribellati “all’aumento dei limiti di legge per la radiofrequenza per promuovere lo sviluppo della rete 5G” che il Governo intenderebbe fare.

Gli studiosi chiariscono che da due decenni la ricerca scientifica ha chiarito che 0,6 V/m è “il limite adeguato a prevenire gli effetti a lungo termine dell’esposizione alle radiazioni da radiofrequenza”. Limite certificato dodici anni fa dal Consiglio d’Europa. Ma il vero punto è chi farà affari con questa stravagante invenzione governativa. “A chi conviene davvero questo aumento dei limiti di legge per la radiofrequenza?” ha commentato il Dott. Livio Giuliani, illustre scienziato e portavoce della Commissione Internazionale per la Sicurezza Elettromagnetica (ICEMS).

Con l’aumento dei limiti della radiofrequenza ambientale le multinazionali (le francesi TIM e Iliad, l’inglese Vodafone, Wind, di Hong Kong, la svizzera Fastweb) potrebbero installare nuove e più potenti antenne risparmiando, secondo alcune previoni, circa un miliardo e trecento milioni di euro. “L’aumento dei limiti, quindi pone non solo un problema di salute pubblica, ma anche una seria questione di opportunità economica – denuncia Giuliani – perché distoglierebbe un giro di affari dal mercato interno italiano per andare a costituire profitti per società estere”. Chapeau ai coraggiosi scienziati esperti di effetti biologici dei campi elttromagnetici (l’appello è su https://www.attoprimo.org/wp-content/uploads/2023/08/Appello-degli-scienziati-FIRMATO.pdf)

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