Quando Toto Cutugno venne (per una settimana) e si innamorò di Macerata

(articolo di Maurizio Verdenelli) – Toto Cutugno fu letteralmente affascinato dalla storia e dalla geografia maceratese. Fu nell’inverno del 1991 quando il celebre cantautore deceduto nei giorni scorsi approdò per una settimana, in febbraio, al teatro Lauro Rossi, ‘punta di diamante’ insieme con Simona Marchini della popolarissima trasmissione ‘Piacere, Rai uno’ condotta da Piero Badaloni.

Nello staff c’erano pure, per i sette giorni al ‘Lauro Rossi’, personaggi cari allo stesso capoluogo come l’indimenticabile ‘Cecalo’ Caldarelli personaggio attore e regista maceratese direttore della Compagnia della Filarmonica, e nel ruolo di ‘panchinaro’,  il noto ristoratore Silvano, titolare dell’avviatissimo omonimo esercizio alla Piaggia della Torre. Tra i selezionati pure Eugenio Brambatti, popolare barman di Romcaffè in piazza Battisti. 

Furono sette giorni anche questi indimenticabili. Tra gli ospiti Renzo Arbore e i ragazzi del ‘Filo d’Oro’ di Osimo e da Perugia accompagnato dal padre Dino (mio ottimo amico sin dai tempi del liceo classico ‘A. Mariotti’) e dai suoi compagni di scuola, il piccolo Augusto De Megni da pochissime settimane rilasciato dopo 110 giorni di sequestro da parte dell’Anonima Sequestri.

Augusto De Megni con i giocatori Gullit e Van Basten

Ma torniamo a Toto Cutugno. Che prese parte insieme con il sindaco Carlo Ballesi, la Marchini e Badaloni (storico conduttore del Tg1 diventato popolarissimo con la ‘diretta’ da Vermicino) alla conferenza stampa di presentazione dell’evento nel foyer del teatro comunale, che era stato allora da poco restaurato.

Macerata, 1991. Da sx Toto Cutugno, Simona Marchini, Piero Badaloni e il sindaco Carlo Ballesi. (Foto archivio PIETRO BALDONI)

Nel corso dell’incontro, mi chiesi alla luce del programma se ci fosse stata la possibilità ancora di inserire approfondimenti tematici su economia, lavoro, cultura e spettacolo. Ad esempio mi era apparso riduttivo presentare un  concerto del ‘primo’ Dalla, un giovane Lucio, per rappresentare lo Sferisterio. Ci fu un certo contraddittorio con Badaloni (riportato dalla stampa) in merito ma poi il mio modesto suggerimento venne valutato ed ebbi l’onore della citazione in diretta dal palco del teatro. Grazie a Badaloni e al suo essere squisitamente un illustre giornalista ma, ritengo, pure grazie al contributo di Toto Cutugno. Che immediatamente si era interessato alla mia proposta di approfondire ulteriormente la complessa realtà maceratese di cui si disse ‘sedotto’.

Al bar Centrale (allora di Bernardo Teneriello) parlammo a lungo di Macerata mostrando una grande curiosità culturale. E con orgoglio ricordo ancora gli elogi che espresse nei miei confronti con alcuni miei collaboratori della redazione del Messaggero. Grazie Toto Cutugno per l’attenzione e l’amore per Macerata. Peraltro ricambiati dai maceratesi. Tutti i giorni, teatro sold out. Come lasciava presagire alla vigilia la lunga fila sotto una tormenta di neve per prenotare i posti (gratuiti) al ‘Lauro Rossi’.

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