La Notte dei Ricercatori, una luce nella notte maceratese

È un ateneo dove le discipline umanistiche tracciano un filo che lega le vestigia del passato alle frontiere delle nuove tecnologie quello che ricercatori e ricercatrici dell’Università di Macerata hanno raccontato al grande pubblico. Per il sesto anno la città ha ospitato la Notte Europea dei Ricercatori, uno dei principali eventi internazionali dedicati al dialogo tra ricerca e cittadini nell’ambito delle azioni Marie Curie. L’Ateneo ha partecipato con il sostegno del Comune e di Europe Direct tramite il progetto Sharper finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dell’impresa sociale Psiquadro in collaborazione con un consorzio nazionale di istituto, musei e università di quattordici città italiane.

“Abbiamo inserito questa iniziativa – spiega il rettore John McCourt – nel contesto del Macerata Humanities Festival, che abbiamo voluto incentrare sul tema della Comunità, declinato in questi giorni secondo tante sfaccettature diverse. Puntiamo sull’importanza della comunità universitaria, che impara confrontandosi, stando insieme in presenza, e, in particolare con le iniziative di questa giornata come l’evento serale di Serena Dandini, di una comunità inclusiva, libera da etichette e barriere precostituite”

Il punto di riferimento per la maggior parte delle iniziative è stato il loggiato del Palazzo degli Studi, dove sono stati allestiti stand e corner divulgativi fin dalle prime ore del pomeriggio. Si è partiti dal collegamento con gli scavi archeologici di UniMc in Albania, che stanno riportando alla luce resti di importanti città dell’antica Roma in un’ottica anche di valorizzazione turistica, per arrivare a giochi a quiz ed esperienze interattive con l’Intelligenza artificiale e visite guidate alle opere di palazzo Ricci che svelano legami e influenze tra Italia e Germania.

Non poteva mancare il sempre suggestivo stand della Polizia scientifica ad animare piazza Cesare Battisti è stato il live show con Giusi Minnozzi e Multiradio con musica e tante interviste incentrate sulle questioni di genere. Alla biblioteca didattica in piazza Oberdan è stata inaugurata la mostra “Attilio Ascarelli: dalle Fosse Ardeatine al Dna”, che espone alcuni dei pezzi dell’archivio, donato all’Università di Macerata, del medico anatomopatologo che guidò l’equipe incaricata dell’esumazione e dell’identificazione dei corpi delle vittime dell’eccidio nazista nel 1944. La mostra vuole ridare un volto e una identità proprio a quelle vittime.

Un’attenzione particolare è stata dedicata quest’anno alle questioni di genere e della sostenibilità, attraverso talk e laboratori: uguaglianza in ambito lavorativo, la rappresentazione dei ruoli nei libri scolastici, il ruolo dell’arte e della teoria politica contemporanee. Su questi temi si è confrontata anche l’ospite speciale della serata al Teatro Lauro Rossi, Serena Dandini: la nota conduttrice, scrittrice e autrice televisiva ha dialogato con la prorettrice al welfare Natascia Mattucci sulle questioni di genere nell’orizzonte della comunità, non solo universitaria, ma più ampiamente umana.

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