Il Lab della memoria collettiva si chiama Biblioteca diffusa. A Pesaro è già realtà

Quale città può dirsi tale senza biblioteche? E’ là, nella tessitura e racconto delle storie, che ogni comunità si rende concreta e fruibile, e vera come non mai. Il progetto di una Casa comune in cui si racconti la città attraverso le sue letture è diventato realtà a Pesaro con un progetto tutt’altro che convenzionale, radicato nel territorio e nella conoscenza collettiva. La Biblioteca diffusa guarda al passato, prova a comprendere il presente ed è slancio verso il futuro.

L’ex sindaco di Pesaro, Giorgio Tornati, l’ha ideata con il consigliere comunale Michele Redaelli: unire storie e saperi, innanzitutto, attraverso la raccolta di libri messi a disposizione dai cittadini. La condivisione ha già portato alla valorizzazione culturale di posti che non esistevano, in primis la biblioteca aperta ormai da tempo in via Passeri, a una collaborazione collettiva per un unico e nobile scopo, alla creazione di altri progetti che possano dare dinamicità alla cultura cittadina. Sì perchè la biblioteca è sempre stata un luogo d’incontro e condivisione, un Lab ante litteram, uno spazio in cui i racconti individuali si fanno Storia, piccole o grandi che siano.

“Una struttura che parli di memoria, del presente e del futuro. Una sede in cui possa svolgersi una intensa attività di dibattito e ricerca sui nostri 70 anni di storia repubblicana. Ma anche di progettazione. Una sede di attività associative sociali e culturali con spazi flessibili da fruire per riunioni di organi statutari delle associazioni, per attività convegnistica, seminariale, presentazione di libri; con multisale a strutture flessibili per un uso programmato, con turnazione, da parte dei soggetti fruitori. In cui si svolga anche attività di formazione permanente, di base, interculturale, di alta qualità mediante collaborazione istituzionalizzata con l’Università di Urbino” come sintetizza Tornati.

E la Biblioteca diffusa ha anche il merito di unire, invece che dividere, anche pubblico e privato, questione importantissima in prospettiva di Pesaro Capitale della Cultura 2024. Questa “porta per l’altrove” non è fatta solo di libri. Sono le idee che si generano attorno ad essi a creare la comune Bellezza. “Ho sempre immaginato il Paradiso come una sorta di biblioteca” ha scritto una volta Borges. 

(foto di copertina: Tornati e Redaelli il giorno della presentazione della Biblioteca)

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