Bordate di critiche per il teatro vuoto. E l’organizzatore del Festival si uccide

​P​er un teatro mezzo vuoto e “una campagna denigratoria nella quale la legittima critica politica e giornalistica ha travalicato i limiti dell’umanità”​, come ha twittato il prefetto Filippo Romano​, un fine intellettuale può anche decidere di morire. A 78 anni uno degli organizzatori del Paladino d’Oro.​, kermesse giunta alla sua 43esima edizione, ha deciso di scambiare la sua vita con il rispetto della sua integrità culturale e morale, sparandosi. E proprio ad Agrigento, dove Alberto Re nel 2025, con la sua città già eletta Capitale della Cultura, avrebbe potuto apportare ben più che convenuti che questo Sport film festival.

Di fronte alle critiche, feroci e immotivate come in questo caso, si palesa a volte la debolezza di un uomo. dell’uno nessuno e centomila che siamo, come avrebbe detto l’agrigentino Luigi Pirandello. Lunedì sera quella sala vuota (dedicata proprio al celebre scrittore siciliano) è stata per Re l’avvisaglia della fine, proprio perchè vuota senza motivi rilevanti. E’ difficile anche per un uomo “appassionato, amante del bello e della cultura ed innamorato della sua città”​, come l’ha definito poi il sindaco Francesco Micciché​, reggere la pressione di un insuccesso. Ma forse a ferire di più sono stati i leoni da tastiera che si scatenano nelle disgrazie altrui.

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