“Per i cosiddetti grandi attrattori, per le città d’arte e per le mete turistiche consolidate, il riconoscimento Unesco è quasi sempre ininfluente e gli impatti sociali inesistenti”. Lo dice un’indagine di Italia Nostra: il bollino di Patrimonio Mondiale dell’Umanità (la Convenzione in tema compie cinquant’anni) in alcuni casi serve a poco. Per i siti, suggerisce l’associazione, andrebbe “inserito un vincolo paesaggistico ex lege”, l’unico capace di tutelare i siti (abbandonati per un terzo al loro destino).
Come riporta Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera “un esempio per tutti può essere la meravigliosa Villa Adriana che Marguerite Yourcenar proprio nel 1924 (il centenario è dietro l’angolo) visitò per la prima volta traendone ispirazione per le celeberrime Memorie di Adriano. Meta culturale italiana tra le più amate nel ‘96 con 301.130 visitatori che si sommavano ai 543.086 della vicina Villa d’Este, ricevette il prestigioso bollino nel 1999. L’anno dopo salì a 323.231 ma dieci anni più tardi boccheggiava a 229.885: la progressiva cementificazione negli immediati dintorni e addirittura il progetto di un’immensa discarica non erano d’aiuto. Né la situazione pare migliorata se è vero che l’ultimo dato disponibile (2001) sul sito del Ministero della Cultura dice che Villa Adriana e Villa d’Este fanno insieme 282.383 visitatori. Un terzo dei trent’anni fa”.