Narges Mohammadi, altro sciopero per la fame in carcere. I figli ritirano il Nobel per la Pace

Una sedia vuota e là, a seimila chilometri di distanza, un nuovo sciopero per la fame. Sono stati i figli dell’attivista iraniana Narges Mohammadi a ritirare il premio Nobel per la Pace per conto suo. Kiana e Ali, gemelli di 17 anni, hanno letto nel municipio di Oslo il discorso della madre (“l’Iran è un regime religioso tirannico e misogino”), incarcerata a Gharchak, in provincia di Teheran, per aver protestato contro l’obbligo di indossare l’hijab e la pena di morte. 

Narges, 50 anni, è stata condannata ad un totale di 11 anni e 11 mesi di carcere, 154 frustate e altre sanzioni e sottoposta a tortura e maltrattamenti, secondo la denuncia di Amnesty International, nonostante soffra di cuore.

Nell’Iran teocratico ieri un altro segnale della durezza del regime, che ha impedito ai genitori di Masha Amini, la giovane uccisa dalla Polizia morale iraniana per non aver indossato correttamente il velo, di partire per Parigi per ritirare il Premio Sakharov postumo alla 22enne il cui sacrificio diede il via alla rivolta popolare.

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