La dea Diana e le ninfe nude non si possono mostrare, neanche in un dipinto. Gli insegnanti francesi si ribellano

A chi daranno la colpa? Ad Atteone che scoprì “desnuda” la dea Diana e le ninfe durante un bagno? A Ovidio che scrisse le Matamorfosi da cui alle quali si è ispirata l’immagine? Più semplicemente il bailamme scatenatosi in una scuola francese, la “Jacques-Cartier d’Issou” nel dipartimento delle Yvelines, alla periferia di Parigi, può essere iscritto nella follia dei tempi che viviamo.

Le nudità rappresentate nel dipinto di Giuseppe Cesari “Diana e Atteone” sono costate a un professore delle medie il dileggio comune e probabilmente un’inchiesta dell’istituto in cui insegna. Se cinque studenti si dicono “scioccati” dalla presenza di donne svestite in un quadro, la colpa è del professore che le mostra. Magari tacciato anche di dichiarazioni razziste e islamofobe.

L’Accademia è la stessa in cui insegnava Samuel Paty. Fu assassinato per aver mostrato tre anni fa – la vicenda è ancora impressa nella memoria di tutti – caricature di Maometto pubblicate dal giornale satirico “Charlie Hebdo”. Gli insegnanti francesi sono fermi dopo la vicenda, secondo loro andare a scuola significa “pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute”.

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