Capponcelli, a passeggio per la Darsena ravennate

Pallavicini 22 accoglierà la prima mostra dedicata ai taccuini di Paolo​ Capponcelli​. L’artista ha una passione antica per Ravenna, frequentata sin da giovane e da lui detta “città​ fuoriserie dell’Emilia-Romagna avendo monumenti originali, unici al mondo per importanza​ storico artistica”. Ma è la Darsena ravennate il cuore pulsante del suo ritrovarsi, il dichiarato​ suo “vero amore”. Prendere la bicicletta e raggiungere ogni volta che gli è possibile questo​ quartiere della città rappresenta per lui una pratica di libertà “perché”, dice, “pur avendo dei​ legami di conoscenza, non ho altro interesse se non quello di scoprirne i luoghi”.

Le “mezze ore” sue, volte a delineare gli edifici che ne costituiscono il paesaggio antropico-naturale, come il palazzo condominiale a mosaico di Cino Zucchi, o quello dell’Autorità Portuale,​ o i pub e i locali che nel tempo hanno aperto riconvertendo vecchi magazzini dismessi, o altri​ colmi di fascinazione proprio perché in stato di abbandono, come il cosiddetto Sigarone insieme​ a ulteriori lacerti industriali, o gli oggetti mobili come la nave Lady Aziza e il Moro di Venezia, gli hanno suggerito, partendo da disegni di circa 15​ per 20 cm, gli ingrandimenti su plexiglas​ di questa esposizione, con stampe ora più lucide per restituire la liquidità​ marina e cromatica degli originali, ora più opache per i bianchi e neri delle piattaforme e dei​ pozzi di estrazione di idrocarburi.

Per Capponcelli “il disegno è libero da regole” e “disegnare dal vero” è “atto (…) indispensabile”.​ Lo emoziona, senza pudore nel dichiararlo. Non parte con atteggiamento analitico, non registra​ solo al fine di mere progettazioni future. E non avverte questo come difetto, essendo in buona​ compagnia: esempio, Louis Kahn, di cui cita in un suo testo “i bei disegni pittorici (…) a Corinto”​ quali “pitture di emozione”.

Questo non esclude che, a posteriori, alcuni frammenti raccolti si​ siano tradotti secondo i moti carsici e bizzarri della memoria in realizzazioni attuate come​ PANSTUDIO, dalla sala interrata della Pinacoteca di Bologna in cui viene reinterpretato il soffitto​ dell’auditorium del Louvre dell’architetto Pei, alle rampe pavimentali di Piazza Nettuno che custodiscono le reminiscenze “di situazioni analoghe ad Arezzo e a Pistoia dove i piani inclinati​ incontrano le gradinate ritagliandole geometricamente.​ 

Inaugurazione mercoledì 3 luglio 2024 alle ore 2​1 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery​, a cura di Luca Maggio. Il catalogo della mostra, con progetto​ grafico di Claudio Calari, riporta il testo critico di Luca Maggio accompagnato da una nota​ dell’artista.​ 

La mostra rimarrà allestita fino a giovedì 11 luglio e sarà aperta al pubblico tutti i giorni​ dalle 19 alle 22. Ingresso libero.​ La personale fa seguito alla presentazione del volume “Mille disegni dal vero. Architetture Luoghi​ Personaggi. Carnets 1980/2023, Forlì 2024” presso il Museo Civico Archeologico di Bologna lo​scorso 16 maggio.

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