Zanca, la ri-creazione dell’esistente


“Il tempo lo sento come un ricordo e un tentativo di fissazione di fronte al suo flusso e riflusso. Scorre come la goccia e ci leghiamo a gli oggetti, alle persone, agli amici, ma niente dura. Lo sento come una lenta dispersione delle cose, degli esseri. Ho catturato il tempo nelle concrezioni marine, nella ruggine, nelle mie mostre passate: ‘Cosa abbiamo fatto delle nostre possibilità?’ e ‘Dove stiamo andando?’. Questa memoria a lungo termine, a cosa ci serve se non a fissare il ricordo?”.

Più di ottanta opere, tra quadri, sculture, disegni ed incisioni, di Daniel Zanca sono esposte al complesso museale di San Francesco a Montefalco, in provincia di Perugia, fino al 21 luglio. Una mostra imperdibile. 

Tempo e spazio (“Un modo diverso di ricominciare. È il viaggio possibile di nuovo, carichi di questa ‘vendetta dell’uomo di fronte al flusso del presente’: la Memoria. Ricreare tutto, come Robinson, con l’intima convinzione e la curiosità di un nuovo mondo, come intuiva Colombo, lasciando il corpo inerte sul pianeta che ci rende terrestri, per il momento), memoria e la natura (“La vedo piuttosto natura femminile, natura dei sentimenti, natura animale: il gatto, il riccio di mare, l’uovo che costituisce l’origine, il seme, i ciottoli… Ogni elemento osservato, sentito, mi rimanda a una memoria di attrazione o repulsione”) sono le tematiche principali dell’opera di Zanca, così come il vuoto siderale che pervade la nostra modernità e la nostra società dei consumi. Contemplare l’opera di Daniel Zanca (infos@danielzanca.com) è un raro momento di emozione al  suo apice, a volte così improvvisa, che ci coinvolge e sommerge. 

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