(articolo di Maurizio Verdenelli) – Arborea, famosa nel Belpaese per il latte, è in Sardegna. Tuttavia pure un po’ in Veneto. Ne fanno fede una scritta segnaletica all’ingresso del comune oristanese, i cognomi con la enne finale, villa Dolcetta che sembra trasportata dal Canal Grande, gli edifici pubblici e il primo nucleo abitativo (i tetti antineve ad un passo dalla marina) quando il paese nacque tra il 1920 e il ’30 sui terreni strappati agli acquitrini. Grazie ad un’opera di bonifica coronata da successo, guidata dall’ing. Giulio Dolcetta da Vicenza.
E per il raduno nazionale de ‘I Polentari d’Italia’, il governatore Zaia ha inviato il suo assessore alla Cultura, Cristiano Cozzari. Che tra le sue numerose deleghe ha pure, significativamente, quella dell’Identità veneta. Cozzari ha partecipato alla due giorni di Arborea perfettamente organizzata dal presidente nazionale de ‘I Polentari’ Sebastiano Arcai e dal presidente della Proloco, Paolo Sanneris insieme con il Comune ospitante ed altri gemellati.
Un ospite d’onore d’alto rango, Cozzari che insieme agli altri testimonial e il sindaco Manuela Pintus – e il vice Davide Rullo cui si deve la bella mostra storico fotografica su Arborea agricola nel riverbero di Cesare Pavese – è stato accolto in tutti gli stand delle delegazioni provenienti da tutt’Italia. Da Marano Vicentino, prossima tappa biennale del Raduno a S.Maria in Selva (Treia) a Carbonesca (Pg) dove si respirava l’eugubina aria post Corsa con polentari/ceraioli pieni d’entusiasmo e tradizionale voglia di esserci e competere in un raduno di grande successo, dove la ‘regina’, la polenta, ha dovuto ‘sgomitare’ con le eccellenze gastronomiche sarde.
All’ombra di tanti campanili e di un’unica bandiera (obbligatoriamente gialla) è maturato pure il progetto del gemellaggio tra Arborea e Treia. Con la ‘task force’ sbarcata in Sardegna via aria e mare guidata da Gianni Savi – a latere il presidente onorario don Igino Tartabini inviato dal vescovo Marconi, il sindaco Franco Capponi. L’intesa è subito nata tra il primo cittadino treiese e la Pintus (ospite a maggio della città di Carlo Didimi) nel nome dell’indimenticabile don Giuseppe Branchesi, per 12 anni presidente de I Polentari d’Italia, poi fino alla fine, onorario. E nel nome della fraterna amicizia che ha legato ‘Bastiano’ a don Peppe, ultimo ‘Treiese dell’anno’. Un Premio che – si da per sicuro – sarà presto ripristinato da Proloco e Comune nel quadro della ripartenza post lockdown.