Entrata in vigore la “Ley de Memoria Democratica”, il primo effetto è stato che migliaia di persone, principalmente da Centro e Sudamerica, hanno richiesto la cittadinanza spagnola. Si stima che possano essere tra le 250mila e le 700mila, figli e nipoti eredi degli esuli della dittatura franchista.
La legge vuole fare giustizia dei danni provocati nel periodo che va dal colpo di stato del 1936 all’entrata in vigore della Costituzione nel 1978. Coloro che “abbiano subìto danni fisici, morali o psicologici, danni economici o la perdita di diritti fondamentali” possono far richieste in tal senso.
Le persone nate fuori dalla Spagna con genitori o nonni che erano scappati dal paese e avevano perso o rinunciato alla cittadinanza spagnola per motivi politici, ideologici, di religione oppure di orientamento o identità sessuale, le figlie o i figli nati fuori dal paese da donne che avevano perso la cittadinanza spagnola per essersi sposate con persone straniere prima dell’entrata in vigore della Costituzione, le figlie e i figli maggiorenni delle persone a cui era già stata riconosciuta la cittadinanza spagnola grazie alla legge del 2007, sono le categorie interessate dalla legge approvata lo scorso 21 ottobre.
Furono circa 2 milioni le persone che fuggirono all’estero durante il regime.